Saturnia spini
di Paolo Mazzei
Saturnia spini ([Denis & Schiffermüller], 1775), è una falena di grandi dimensioni (le femmine arrivano a 10 cm di apertura alare), appartenente alla famiglia Saturniidae.
La caratteristica più appariscente degli adulti di questa specie è l’assenza, nel maschio, dello spiccato dimorfismo sessuale e dei colori vivaci che caratterizzano Saturnia pavonia (Linnaeus, 1758), Saturnia pavoniella (Scopoli, 1763), già trattata in questa rubrica, e Saturnia josephinae (Schawerda, 1923): il maschio di Saturnia spini ha infatti un pattern alare praticamente identico a quello della femmina, come si vede facilmente dalle prime due foto che vi propongo.
Questa specie predilige terreni aridi e soleggiati con cespugli sparsi, in regioni a clima continentale, con estati calde e secche e inverni freddi.
È distribuita dalla parte centrale e orientale della Penisola Balcanica, fino al nord della Grecia, al nord della Turchia e, attraverso la parte più meridionale della Russia europea, fino al Kazakhistan occidentale.
Alcuni autori della fine dell’ottocento la segnalano in poche località della Lombardia e del Veneto, e Hartig riporta la cattura, a metà giugno 1927, di due femmine a Silandro in Val Venosta (Bolzano).
L’assenza di ulteriori segnalazioni da allora, per una specie così grande e vistosa, fa pensare che difficilmente la si potrà ritrovare entro i nostri confini nazionali. Probabilmente è estinta in Germania, Austria e Slovacchia, e il suo stato in Ungheria è incerto, così come nel sud dell’Ucraina. Sembra purtroppo che la distribuzione europea sia ormai di fatto concentrata in Bulgaria, con pochi siti in Romania, Nord Macedonia e nord della Grecia. Nonostante il suo probabile declino, questa specie non ha alcuna forma di protezione a livello europeo.
Saturnia spini ha una sola generazione all’anno: gli adulti, a seconda dell’altitudine e della latitudine, sfarfallano tra la fine di marzo e la fine di maggio e hanno una vita breve, di solito meno di una settimana, avendo l’apparato boccale non funzionale e essendo quindi incapaci di alimentarsi, come tutti gli altri saturnidi europei: la loro attività è esclusivamente notturna, si accoppiano e la femmina fecondata depone le uova.
Le sue piante alimentari larvali citate in letteratura, in Europa, sono Prunus spinosa, rose selvatiche (genere Rosa), Crataegus, Ulmus, Alnus, Salix, Populus, Malus. In Turchia e Crimea Tony Pittaway cita una spiccata preferenza per le “specie spinose della famiglia delle rose” (in Turchia anche su Sanguisorba officinalis), e riporta la presenza delle larve su specie del genere Rhamnus, segnalatagli personalmente da Oleg Gorbunov nel 2005 per il sud della Russia.
Personalmente ho allevato le larve appena schiuse sul mandorlo (Prunus dulcis), con buoni risultati, e confermo i Rhamnus come piante alimentari consigliate in cattività per limitare la mortalità larvale di questa specie assai esigente, in particolare Rhamnus cathartica e Rhamnus alpina (= Atadinus alpinus).
Tutte le foto di questo articolo sono state realizzate allevando le uova deposte, su un ramo di mandorlo, da una femmina (foto precedente) di Sandanski (Сандански), nella Bulgaria sud-occidentale, a poco più di 20 km dal confine con la Grecia. La deposizione è mostrata nella due foto successive.
La femmina depone le uova, durante la notte successiva all’accoppiamento, sui rami della pianta alimentare, in un unico gruppo o in più gruppi costituiti ciascuno da diverse decine di uova, ricoprendole e nascondendole parzialmente con uno strato di setole del suo addome.
Uovo
Le uova sono ovoidali, misurano 1,5 per poco più di due mm e sono di un colore grigio biancastro chiaro ed opaco, con delle macchie più scure. Schiudono d’abitudine in dieci – quindici giorni.
Larva L1
Le larve, alla schiusa, sono uniformemente scure, quasi nere con una tinta di fondo tendente al blu profondo molto scuro, e possiedono, su ciascun segmento, una cintura nera di tubercoli da cui partono delle setole ugualmente nere.
Sono gregarie, di solito in piccoli gruppi, e sono attive sia di giorno che di notte.
Larva L2
Alla seconda età non ci sono grossi cambiamenti: la lunghezza delle setole si riduce rispetto alle dimensioni del corpo, ma i colori non cambiano, come non cambiano le abitudini alimentari e sociali.
Larva L3
Anche alla terza età i colori rimangono gli stessi e le setole, ancora un po’ più corte e dense, rimangono molto scure.
Larva L4
Alla quarta e penultima età le setole diventano grigie ma i tubercoli da cui partono rimangono neri.
Larva L5
Solo all’ultima età, quando le larve raggiungono il massimo delle loro dimensioni, i tubercoli assumono una vivace colorazione giallo/arancio che contrasta con il nero del corpo, mentre le setole conservano il colore grigio chiaro dell’età precedente.
Pupa
La larva matura fila un bozzolo sulla pianta nutrice, spesso all’incrocio di due rami e parecchio in basso, a volte anche a terra o sotto pietre o detriti. Il bozzolo è doppio, come quello di Saturnia pavoniella, formato da una camera interna scura e a trama molto fitta, liscia all’interno, e una esterna più chiara e decisamente più grossolana.
Nelle foto che seguono ho tagliato il bozzolo per mostrare la pupa al suo interno, il maschio a sinistra e la femmina a destra (le dimensioni non sono sempre così diverse come sembrerebbe da queste foto).
Nella seconda foto, in cui le pupe sono state estratte al di fuori del bozzolo, sono evidenziati alcuni caratteri che consentono di determinare il sesso dell’adulto che schiuderà, in particolare gli astucci antennali: il maschio (a sinistra) li ha ben più evidenti, tanto che la larghezza di ognuna delle due “antenne” (tratto verde) è maggiore o uguale allo spazio tra le due antenne (tratto rosso), mentre nella femmina (a destra) lo spazio tra le antenne è più largo dello spessore di ciascuna delle due.
Inoltre, negli ultimi segmenti addominali, sono evidenziate, tramite frecce gialle, ulteriori differenze facilmente apprezzabili.
Adulto
Qualche foto di adulti per finire, per rendere ancora più evidente l’assenza di dimorfismo sessuale cromatico che permette di distinguere, a colpo d’occhio, il maschio di questa specie da quello delle molto più comuni e diffuse Saturnia pavoniella e Saturnia pavonia, caratterizzati, molto più delle femmine, da tonalità rosse e aranciate, soprattutto sulle ali posteriori.
Maschi e femmine hanno anche dimensioni analoghe, e i maschi di Saturnia spini si differenziano dalle femmine soprattutto per le antenne vistosamente bipettinate.
Nella prossima foto, un carattere che consente di distinguere la femmina di Saturnia spini da quelle di Saturnia pavonia e pavoniella: in Saturnia spini le due nervature indicate dalle frecce verdi sono evidenziate da due righe nocciola molto evidenti sul fondo scuro dell’apice alare, mentre sono appena visibili nelle altre due specie, come si vede nella seconda foto, che ritrae una femmina di Saturnia pavoniella.
Qualche sito in rete con informazioni e foto su questa specie: