L’entomofauna delle tamerici

di Paolo Mazzei

A differenza dei precedenti articoli di questa rubrica, stavolta cambiamo prospettiva: anziché seguire una (o più) specie di lepidottero dall’uovo all’adulto, il nostro punto di osservazione è ora un singolo genere di piante, le tamerici, ed esploriamo insieme le specie di insetti che più comunemente si possono incontrare su di esse, soffermandoci soprattutto, nella seconda parte, sui lepidotteri che le utilizzano come piante alimentari larvali.

Il genere Tamarix L., originario delle zone sabbiose e salmastre di India, Cina, Europa meridionale e Africa, comprende arbusti e alberi caratterizzati da piccole foglie squamiformi, ad inserzione alterna, generalmente di colore verde glauco, cosparse di idatodi, che sono piccole ghiandole escretrici capaci di riversare all’esterno acqua e sali minerali in eccesso.

Sono piante alofite, che riescono a vivere anche in terreni salini e sulle spiagge a pochi metri dal mare. Sopportano, oltre alla salinità elevata, lunghi periodi di siccità e venti forti: per questo le tamerici sono utilizzate per il rimboschimento di luoghi sabbiosi e salati, come barriere frangivento, per il consolidamento delle dune e per creare ombra sulle spiagge sabbiose, oltre ad essere ampiamente impiegate per alberature stradali e come ornamentali soprattutto nelle aree costiere.

Fioriscono, a seconda delle specie, tra la primavera e l’autunno: i fiori, molto piccoli, di colore variabile dal bianco al rosa, sono riuniti in racemi cilindrici terminali.

L’assenza di foglie larghe, che possano assicurare un nascondiglio e una protezione dai predatori, ha costretto gli ospiti delle tamerici a sviluppare delle strategie di difesa che si basano in larga misura sul mimetismo criptico: in particolare, le specie monofaghe sono arrivate a delle punte eccelse di omocromia, e, almeno in qualche caso come vedremo tra i lepidotteri, ad imitare anche la forma dei rametti delle tamerici.

Lasciamo i lepidotteri come dulcis in fundo e cominciamo con gli altri ordini di insetti.

Opsius stactogalus Fieber, 2866, Hemiptera Auchenorrhyncha Cicadomorpha Cicadellidae.

È una cicadella frequente e spesso presente in gran numero, strettamente legata alle tamerici, piccola (4 – 5 mm di lunghezza) e notevolmente criptica, presente in Europa ovunque ci siano le sue piante alimentari, osservabile dall’inizio della primavera alla fine dell’autunno.

Adulti.

Adulto.

Genere Pentastira Kirschbaum, 1868, Hemiptera Auchenorrhyncha Fulgoromorpha Cixiidae.

Trovata a Serifos, nelle Isole Cicladi, nella prima metà di giugno in gran numero sulle tamerici, e mai incontrata né in altri periodi né su altre piante. Sembra non sia determinabile a livello di specie, per la presenza di più specie, distribuite tra la Grecia e la Turchia, estremamente simili, vedi Pentastira rorida.

Adulto.

Adulto.

Cicada orni Linnaeus, 1758, Hemiptera Auchenorrhyncha Cicadomorpha Cicadidae.

Grossa cicala (7 cm di apertura alare) presente in tutta l’Europa meridionale e fino al Medio Oriente. Gli adulti si nutrono della linfa di numerosi alberi e arbusti, tra cui anche le tamerici, su cui si aggregano in gran numero per tutta l’estate.

Solo i maschi emettono il canto di richiamo. Le uova vengono deposte in estate e schiudono entro l’inizio dell’autunno, e le larve vivranno per diversi anni sottoterra, nutrendosi dei succhi delle radici delle piante.

Adulto.

Adulto.

Nabis viridulus Spinola, 1837, Hemiptera Heteroptera Cimicomorpha Nabidae.

Specie predatrice, associata al genere Tamarix, del quale riprende efficacemente i colori. Paleartica, soprattutto mediterranea, il suo areale si estende al Tajikistan e all’Iran.

Ben visibile in entrambe le foto il rostro, composto da 4 articoli, lungo e leggermente ricurvo, con cui uccide le prede iniettando un liquido che ne dissolve i tessuti, per poi risucchiarli attraverso il rostro stesso.

Ninfa.

Adulto.

Coniatus tamarisci (Fabricius, 1787), Coleoptera Curculionidae.

Il genere Coniatus Schönherr, 1826 conta una dozzina di specie, distribuite tra la regione mediterranea e il Caucaso, tutte legate al genere Tamarix e al genere affine Myricaria Desvaux, 1825, a cui appartiene Myricaria germanica (L.) Desv., 1825 (la tamerice alpina). Coniatus tamarisci è associato esclusivamente al genere Tamarix ed è presente sulle coste del Mediterraneo.

Hypolixus pica (Fabricius, 1798), Coleoptera Curculionidae.

La larva di Hypolixus pica si sviluppa esclusivamente tra le radici delle Amaranthaceae, ma si può trovare l’adulto su diverse piante, tra cui il mandorlo (Prunus dulcis (Mill.) D.A.Webb) e le tamerici.

Adulto.

Adulto.

Diorhabda elongata (Brullé, 1832), Coleoptera Chrysomelidae.

Al genere Diorhabda Weise, 1883 appartengono meno di dieci specie, tutte legate alle tamerici come piante alimentari sia delle larve che degli adulti, tanto da venir utilizzate come agente di controllo biologico delle tamerici, che risultano invasive in ecosistemi aridi e semi-aridi del nord America.

Diorhabda elongata è diffusa tutto intorno al Mediterraneo e si spinge fino al sud della Russia. La specie ha più generazioni e sia le larve che gli adulti sono presenti contemporaneamente sulle tamerici anche nei mesi più caldi e secchi.

Larva.

Adulto.

Iris oratoria (Linnaeus, 1758), Mantodea Eremiaphilidae.

Iris oratoria, presente in tutto il bacino del Mediterraneo e verso est fino all’India e al Pakistan, è stata introdotta nel sud-ovest degli Stati Uniti. Ha sia una forma verde che una forma bruna, quest’ultima più frequente nelle zone più aride, e frequenta volentieri le tamerici: nella seconda foto ha predato un adulto di Diorhabda elongata, la specie precedente.

Femmina adulta.

Femmina adulta.

Anacridium aegyptium (Linnaeus, 1764), Orthoptera Acrididae.

È tra le più grandi cavallette europee e la più comune nell’area mediterranea, fino al Medio Oriente: sia gli adulti che le neanidi si riconoscono per i caratteristici occhi a linee verticali bianche e nere e per la presenza di una punteggiatura bianca nella parte inferiore e posteriore del pronoto, ben visibile nelle due foto che seguono (si possono ingrandire cliccandole).

Si tratta comunque di una specie solitaria, che non arreca danni alle colture. Gli adulti sono bruni, le neanidi e ninfe hanno sia forme verdi, come quella della seconda foto, che marroni. In particolare le forme verdi hanno la stessa tonalità di verde dei rametti giovani delle tamerici, tra i quali sono frequenti e dove si nascondono ai predatori.

Adulto.

Ninfa.

E siamo arrivati ai Lepidotteri: cominciamo con due polifagi ad ampio spettro, capaci quindi di nutrirsi di un gran numero di specie botaniche diverse, tra cui anche le tamerici, ed è frequente trovare le loro larve su queste piante. Non essendo legate in particolare alle tamerici, non mostrano alcun adattamento specifico a livello larvale che le aiuti a confondersi con i rametti delle tamerici.

Orgyia antiqua (Linnaeus, 1758), Erebidae Lymantriinae.

Nonostante la scarsissima mobilità della femmina, totalmente inadatta al volo, è una specie che è diffusa in tutta l’Eurasia, tutta l’America del nord e in Cile. Le sue larve, vistose e dotate di quattro “spazzolini” dorsali gialli molto evidenti, si nutrono di moltissime specie vegetali arboree, arbustive ed erbacee, tra cui le tamerici, sulle quali si incontrano con discreta facilità.

Larva.

Larva.

Maschio adulto.

Il dimorfismo sessuale è notevole: la femmina è microttera, con le ali ridotte a minuscoli moncherini non adatti al volo, mentre il maschio è alato e presenta antenne molto sviluppate e bipettinate, con cui rivela la presenza della femmina da molto lontano.

La femmina non si allontana dal bozzolo e, molto spesso, ci depone sopra le uova.

Femmina adulta: deposizione uova sul bozzolo.

Ascotis selenaria ([Denis & Schiffermüller], 1775), Geometridae Ennominae.

È un geometride di grandi dimensioni, che può superare i 5 cm di apertura alare. Diffuso nell’Europa centro-meridionale, nel sud dell’Asia fino al Giappone e nell’Africa sud-orientale, utilizza come piante alimentari larvali un gran numero di specie diverse, tra cui le tamerici, sulle quali è occasionale.

Larva.

Femmina adulta.

La larva può avere un colore di fondo che va dal giallo, al rossastro, al verde, al verde oliva fino a varie tonalità di bruno, ed è una delle larve di geometride che si incontra più frequentemente, nonostante non sia facile vederla a causa della sua capacità di assumere una posizione di riposo che ricorda un rametto.

Larva.

Larva.

Larva.

Garella nilotica (Rogenhofer, 1882), Nolidae Chloephorinae.

È una specie cosmopolita, a diffusione soprattutto sub-tropicale e temperata-calda, frequente nell’area mediterranea costiera. Nonostante vada considerata polifaga e sia stata trovata su alberi appartenenti a famiglie molto diverse, sia in Italia che in Grecia è soprattutto legata alle tamerici.

Trovai la larva della foto successiva nel nord del Peloponneso, il 3 novembre 2018, su Tamarix sp., la allevai continuando a darle fiori di tamerici, che gradiva particolarmente, e arrivò senza problemi ad impuparsi, filando a terra il bozzolo della seconda foto.

Larva su fiori di tamerice.

Bozzolo pupale.

Il bozzolo conteneva la pupa mostrata nelle due foto successive, caratterizzata da due “processi” scuri che partono da uno degli ultimi segmenti addominali e sono rivolti ventralmente.

Pupa.

Pupa.

L’adulto è piccolo (circa 15 mm di apertura alare) e molto variabile come pattern alare.

Adulto, nord del Peloponneso, Grecia.

Adulto, Palude di Torre Flavia, Roma.

Nelle quattro specie che seguono, tutte strettamente monofaghe allo stadio larvale sulle tamerici, è ben evidente l’adattamento sia della forma della larva che dei colori, per massimizzare la somiglianza con la pianta e aumentare la probabilità di passare inosservati agli occhi dei predatori.

Clytie illunaris (Hübner, [1813]), Erebidae Erebinae.

Specie a distribuzione europea sud occidentale, dalla Penisola Iberica attraverso la Francia mediterranea all’Italia peninsulare, Sardegna, Sicilia e Corsica comprese. Anche a Malta e alle Isole Canarie. Nella Penisola Balcanica, nelle isole dell’Egeo e più ad est è sostituita da Clytie syriaca, molto simile.

Puoi trovare il ciclo completo illustrato di questa specie nel numero 39 di questa rubrica.

È strettamente legata alle tamerici e ha due generazioni, una a giugno e una a fine estate.

Le larve alle prime due età sono verdi e hanno una buona omocromia con la parte terminale dei rametti di tamerici, dove rimangono e si nutrono (prima foto). Alla terza età il colore vira leggermente al bruno, soprattutto sul dorso, e le larve passano la maggior parte del tempo sulla parte più legnosa dei rametti giovani (seconda foto).

Larva L2.

Larva L3.

Alla quarta e quinta (ultima) età le larve sono brune, con tonalità variabili dal bruno rossastro al bruno grigiastro, e rimangono, nelle pause tra le successive attività di alimentazione, sulla parte più legnosa dei rametti e sulla corteccia dei rami delle tamerici, ben poco visibili ai predatori.

Larva L4.

Larva L5.

La larva matura costruisce di norma il suo bozzolo rado tra i detriti alla base delle piante, ma spesso non scende neanche dalle tamerici e fila il bozzolo tra i loro rami. Nella seconda foto ho aperto il bozzolo per mostrare la morfologia della pupa.

Pupa nel bozzolo.

Pupa.

Anche l’adulto è decisamente criptico quando è a riposo sui tronchi delle tamerici, e il pattern alare è assai variabile, soprattutto quanto a tonalità ed estensione delle parti e dei disegni più scuri.

Adulto.

Adulto.

Adulto.

Agdistis tamaricis (Zeller, 1847), Pterophoridae Agdistinae.

Anche questa è una specie strettamente legata alle tamerici, sia alle specie del genere Tamarix che alla Myricaria germanica (tamerice alpina), specie pioniera tipica di corsi d’acqua non regimati, presente anche in centro Europa. Agdistis tamaricis è presente alle Isola Canarie, in tutta la regione mediterranea (spingendosi fino al nord della Francia e in Germania – è stata trovata nel 2007 anche nelle Channel Islands) e, attraverso i Balcani e la Turchia, verso est fino al Pakistan e alla Cina e verso sud in Israele e diversi stati africani.

Ha diverse generazioni, dalla primavera all’autunno inoltrato.

La larva matura ha una colorazione molto variabile, dal verde chiaro al verde giallastro al bruno, e non è facile vederla sulle tamerici, anche per le sue piccole dimensioni, nonostante nel periodo estivo sia presente a volte in buon numero sulle tamerici in pieno sole e a pochi passi dalla riva del mare.

Larva.

Larva.

Larva.

Larva.

Anche la pupa è ad un ottimo livello nell’arte di nascondersi: è lunga e affusolata e sembra un pezzetto di legno, sia come forma che come colore, è assicurata al rametto solo all’estremità addominale e ha tutto l’aspetto di un rametto secco, come si vede bene nella foto che segue.

Guardandola con attenzione, si vede facilmente l’area che copre gli occhi dell’adulto, gli astucci alari e quelli che contengono antenne e zampe, allungati lungo il corpo.

Pupa.

Gli adulti tengono le ali arrotolate e spinte verso il lato anteriore del corpo a formare una Y, come molte altre specie del genere Agdistis Hübner, [1825] e a differenza della maggior parte delle altre Pterophoridae, in cui le ali non sono arrotolate ma soltanto sottili e formano una lettera T il cui segmento verticale è l’addome.

Adulto.

Adulto.

Adulto.

Chiasmia aestimaria (Hübner, [1809]), Geometridae Ennominae.

Altra specie legata alle tamerici, ma apparentemente meno esigente in fatto di temperatura, tanto da essere presente anche in gran parte dell’Europa centrale, trovata un po’ ovunque in Francia, e con segnalazioni in Inghilterra, in Germania, in Svizzera, nei Balcani, in Ucraina e, verso est, fino in Cina.

Gli adulti si incontrano da aprile all’autunno inoltrato, probabilmente in due o tre generazioni, a seconda della latitudine.

Sia l’uovo che le larve alle prime età, di colore verde/giallino, sono notevolmente criptici e difficili da vedere sulle tamerici.

Uovo. Psili Ammos, Serifos, Grecia.

Larva L2. Psili Ammos, Serifos, Grecia.

Larva L3. Psili Ammos, Serifos, Grecia.

All’ultima età le macchie bianche dorsali allungate si fanno più nette e contrastate e compaiono delle piccole macchie laterali gialle. Nonostante possa sembrare, guardando le tre foto che seguono, che questi disegni rendano le larve più visibili, al sole e con molta luce e molti riflessi passano completamente inosservate.

Larva L4. Ostia, Piazzale Amerigo Vespucci (Roma).

Tre larve L5. Liyià, nord Peloponneso, Grecia.

Larva L5. Psili Ammos, Serifos, Grecia.

Pupa. Ostia, Piazzale Amerigo Vespucci (Roma). La larva matura si impupa a terra, tra la sabbia e i detriti vegetali alla base delle piante.

Gli adulti hanno un pattern caratteristico, anche se discretamente variabile, e difficilmente confondibile con altri geometridi.

Adulto. Psili Ammos, Serifos, Grecia.

Adulto. Psili Ammos, Serifos, Grecia.

Eupithecia ultimaria Boisduval, 1840, Geometridae Larentiinae.

Quest’ultima specie è senza ombra di dubbio il campione di mimetismo criptico della nostra rassegna: le larve mature hanno l’aspetto e il colore dei rametti delle tamerici, e ne esiste anche una forma chiara che si confonde alla perfezione con i fiori.

È una specie costiera, diffusa tutto intorno al Mediterraneo, ma si spinge anche sulla costa atlantica della Penisola Iberica e della Francia e nel sud dell’Inghilterra. Ad est arriva fino in Iraq.

In Grecia l’adulto è comune sia nel Peloponneso che nelle isole dell’Egeo, ma in tanti anni di ricerca, e nonostante gli adulti venissero alle luci con una certa frequenza a Serifos, nelle Cicladi, non mi era mai riuscito di trovare le larve sulle tamerici, fino alla notte del 2 novembre 2018, a Liyià, Korinthia, nel nord del Peloponneso. Ospite da amici a pochi metri dal mare, nella prima notte completamente senza vento, armato di torcia, mi sono messo a guardare sulle tamerici, insieme alla mia compagna, e l’assenza completa di vento, mai sperimentata purtroppo nelle Cicladi battute quasi sempre, in estate, dal Meltemi, ci ha premiato: nell’immobilità completa delle piante i bruchi, in movimento per alimentarsi, si sono fatti vedere, e ve ne mostro diversi, di quella notte e delle successive, tutti trovati su due o tre piante in riva al mare.

Le larve di penultima età (credo L4), mostrate nelle prime tre foto, sono decisamente piccole, ma già la loro forma e colore le fa letteralmente sparire tra le piante.

Larva L4.

Larva L4.

Larva L4.

La perfezione viene raggiunta all’ultima età: la tonalità di verde è quella giusta e anche quel poco di biancastro, giallino e marroncino contribuiscono a rendere l’illusione del rametto di tamerice.

Ne avevo presa qualcuna, contandole, per allevarle e poter fotografare anche la pupa e l’adulto, ma ogni volta che riaprivo il contenitore mi sembrava che fossero scappate tutte, e ritrovarle era davvero un’impresa…

Le foto che seguono ne mostrano sei, di cui una in forma bianca, trovata tra i fiori.

Larva L5.

Larva L5.

Larva L5.

Larva L5.

Larva L5.

Nelle due foto successive, sempre di una larva L5, c’è anche una seconda larva, in basso a sinistra, della quale non mi sarei mai accorto se nella seconda foto, pressoché identica, non si fosse spostata…

Non si impupano sulle tamerici ma in terra, sotto il primo strato di detriti, e le pupe possono essere sia verdastre che color mattone.

La pupa verde della prima foto deriva da una larva verde e la seconda da una larva bianca, ma due singoli casi non fanno una regola, e il colore delle pupe potrebbe non dipendere direttamente, o dipendere in modo più complesso, da quello delle larve.

Pupa da larva forma verde.

Pupa da larva forma bianca.

Gli adulti sono molto piccoli: l’apertura alare è di norma intorno ai 15 mm ma può scendere anche a 13. Sono attratti dalle luci artificiali.

Adulto.

Adulto.