Lycaena thersamon
di Paolo Mazzei, foto di Carlo Caimi e Daniele Righini
La specie di questo mese è la seconda diurna della nostra rubrica: Lycaena thersamon, descritta da Esper nel 1784 nel genere Papilio. In Europa è presente in Italia, dall’Emilia verso sud fino alla Calabria; assente nel nord-est, ricompare nei Balcani, a nord fino alla Repubblica Ceca, e la si può incontrare verso est fino all’Asia centrale; scende poi, attraverso la Turchia e i paesi mediterranei del Medio Oriente, fino al Sinai.
Frequenta, in Italia, incolti secchi, pendii sassosi e prati assolati, dalla pianura fino a 1300 m (P. Palmi, Farfalle italiane). Al di fuori dei nostri confini è citata anche di radure nei boschi, valli fluviali e terreni coltivati, e si spinge in montagna fino a 2500 m (Tshikolovets, 2011). Nelle due foto che seguono, due ambienti tipici in provincia di Pavia.
Le piante alimentari larvali appartengono alla famiglia delle Polygonaceae: la specie botanica più frequentemente utilizzata qui da noi, mostrata nelle due foto precedenti, è Polygonum aviculare, ma sono citate in letteratura specie del genere Polygonum, Rumex, Bistorta, Atraphaxis (quest’ultimo non presente in Italia) e anche generi di altre famiglie: Caragana non presente in Italia (Fabaceae), Limonium (Plumbaginaceae).
Lycaena thersamon ha, in Italia, tre generazioni, da metà aprile a inizio ottobre, mentre altrove, a latitudini maggiori e in montagna, può averne due o, probabilmente, anche una sola.
Nella seconda e terza generazione la femmina, e in misura minore anche il maschio, possiede, sul margine delle ali posteriori, una “codina” evidente, che non è presente nella prima generazione primaverile.
Le uova vengono deposte sulle foglie o sui fusti delle piante alimentari, singolarmente o a piccoli gruppi.
Le uova schiudono in una o due settimane, a seconda della temperatura.
Le larve sono verdi e decisamente criptiche: durante il loro accrescimento fanno tre mute, passando quindi attraverso quattro età larvali. Rimangono sempre sulle piante alimentari.
Nelle cinque foto che seguono, estratte da un video, lo sfarfallamento di un maschio di questa specie (è possibile trascinare le foto manualmente, verso destra o sinistra, interrompendo così l’effetto carosello, che riprenderà appena il cursore del mouse si allontanerà dalle foto).
In questa specie il dimorfismo sessuale è molto evidente, soprattutto sulla pagina superiore delle ali anteriori: la femmina mostra un pattern ben contrastato di macchie brune su sfondo arancione (seconda foto), mentre nel maschio tale pattern è assente (ala anteriore arancione quasi uniforme) o appena accennato, e solo la macchietta bruna nella zona discale può essere ben visibile.
i maschi difendono il proprio territorio con accanimento contro qualsiasi intruso (anche di specie diverse) che passi nelle vicinanze, mentre la femmina si vede poco volare, sta spesso posata ed è più difficile da individuare. Nelle prime due foto che seguono sono ripresi due maschi, in concorrenza territoriale, in un momento di pausa dal rincorrersi velocissimamente per cercare di avere il sopravvento l’uno sull’altro.