Lycaena dispar

Testo e fotografie di Carlo Caimi e Daniele Righini

Lycaena dispar (Haworth, 1803) è una farfalla della famiglia Lycaenidae, sottofamiglia Lycaeninae. È chiamata spesso “Licena delle paludi” in considerazione del suo habitat costituito da margini di corsi d’acqua e zone umide, dal livello del mare ai 300 m, dove sono presenti le piante alimentari dei bruchi, appartenenti al genere Rumex L., come vedremo tra poco.

Maschio adulto.

Femmina adulta.

Ha una apertura alare che varia dai 3,1 ai 3,8 cm, con la femmina generalmente più grande del maschio, molto vistoso per via delle ali color arancione-rame brillante con margini neri. La femmina, meno appariscente, ha la parte superiore delle ali con macchie marroni e zone brune più estese mentre la pagina inferiore delle ali è simile per entrambi i sessi.

Distribuzione in Italia. (da farfalle italiane, di Paolo Palmi)

Distribuzione ed habitat: Lycaena dispar, con la sottospecie Lycaena dispar rutilus (Werneburg, 1864), è presente in Italia nella Pianura Padana ed in alcune aree della Toscana. In conseguenza della degradazione e distruzione del suo habitat la farfalla è minacciata e diventata rara su tutto l’areale di distribuzione.

La popolazione del Lazio (Paludi Pontine) si è estinta nel corso della prima metà del 1900. Il declino è da imputarsi soprattutto alla bonifica delle aree umide e paludose, all’alterazione dei regimi naturali idrologici dei corsi d’acqua ed all’agricoltura intensiva, con il  relativo uso di diserbanti. Attualmente risulta presente in buon numero, favorita anche dalla sua riproduzione trivoltina, nelle pianure del nord Italia occidentale, in ambienti di risaia (soprattutto nelle province di Novara, Vercelli, Milano, Lodi, Pavia e Mantova).

La specie figura:

  • nella Direttiva Habitat 92/43/CEE, Allegato II e IV;
  • nella “Convenzione sulla Conservazione della Vita Selvatica e degli Habitat naturali in Europa” (Convenzione di Berna), Allegato 2.

In Inghilterra la ssp. dispar si è estinta nella metà del XIX secolo e sono stati fatti diversi tentativi di reintroduzione nel corso del XX secolo, senza successo.

Nelle due foto che seguono, habitat tipici della Lycaena dispar, la prima in provincia di Ravenna e la seconda in provincia di Novara.

Piante alimentari larvali

Le piante alimentari dei bruchi sono diverse specie del genere Rumex, soprattutto Rumex hydrolapathum Huds., Rumex aquaticus L. e Rumex obtusifolius L.

Jean-Pierre Moussus, nella sua guida Papillons de jour d’Europe occidentale (Delachaux et Niestlé, 2024), cita come piante alimentari Rumex crispus, Rumex conglomeratus, Rumex acetosa, Rumex acetosella, Rumex obtusifolius, Rumex hydrolapathum, Rumex patientia, Rumex sanguineus, Rumex stenophyllus, Rumex aquaticus.

Rumex hydrolapathum.

Rumex aquaticus.

Rumex obtusifolius.

Uovo

Le uova vengono deposte singolarmente od in gruppi di 3 o 4 sulle piante nutrici.

Femmina in deposizione.

Femmina in deposizione.

La parte superiore dell’uovo è sul bianco con accenni di roseo, la base grigio pallido. Il tempo di incubazione è mediamente di 5 giorni.

Le uova hanno un aspetto particolare e sono facilmente distinguibili dalle uova delle farfalle congeneri: la forma è quella di un mezzo cono, depresso sopra e piano sotto con rilievi costoliformi evidenti ed irregolari.

Larva L1

La larva è verde, assai criptica e sta appiattita sulle foglie, frequentemente sulle pagine inferiori. Le foglie presentano una evidente traccia della sua presenza, soprattutto via via che la larva cresce, risultando così non difficile da individuare.

Larva L1.

Larva L1.

Alla prima età la larva è molto piccola: la seconda foto che segue mostra, una accanto all’altra, una larva di prima età (L1) e una di quarta ed ultima (L4), e la differenza di dimensioni è sorprendente.

Larva L1.

Larva L1, a sinistra, e larva L4 a destra, a confronto.

Larva L2

Dopo la prima muta, e quindi alla seconda età, la larvetta è appena più grande ma si nasconde sempre sulla pagina inferiore delle foglie di Rumex.

La sua colorazione cambia poco dall’età precedente: la larva è verde chiara, con una stretta banda dorsale e dei trattini inclinati dorso/laterali di un verde più scuro.

Continua ad alimentarsi ed a crescere finché non è pronta per la seconda muta, dopo la quale si ritroverà alla terza età.

Larva L2.

Larva L3

L’ultima generazione larvale alla terza età, tra la fine dell’estate e l’autunno, complice l’abbassamento di temperatura, anziché proseguire la crescita verso la quarta età, si scurisce adottando tonalità brune, si ferma alla base della pianta nutrice e cessa di alimentarsi.

Passerà così l’inverno, e riprenderà ad alimentarsi in primavera, fino a compiere la terza muta che la porterà alla quarta e ultima età.

L’arresto dello sviluppo e il conseguente svernamento come larva, in particolari condizioni microclimatiche, può avvenire anche alla seconda età larvale. Le larve svernanti possono sopportare anche 3-4 settimane di completa immersione in acqua.

Larva L3.

Larva L3 prima dell'inverno.

Larva L3 pronta a passare l'inverno.

Larva L4

All’ultima età la larva è completamente verde, con tutto il corpo coperto di setole bianche molto corte, che appaiono, viste dall’alto, come puntini bianco/giallastri. Risulta nell’insieme decisamente criptica, ed è più facile scoprirla per i danni alle foglie dovuti all’alimentazione, piuttosto che vederle direttamente.

La testa, piccola e stretta, di un bruno giallastro con apparato boccale nero, è praticamente invisibile tranne in fase di alimentazione, essendo ritratta nel corpo.

Prima di impuparsi la larva L4 matura misura mediamente 3 cm.

Larva L4.

Larva L4.

Larva L4.

Pupa

La larva matura si impupa sulla pianta nutrice o su qualche supporto nei dintorni: non passando l’inverno come pupa, lo stadio di pupa è sempre molto breve, tra dieci giorni e due settimane, e quindi la larva non deve preoccuparsi più di tanto a scegliere un posto che la ospiti in sicurezza per tempi lunghi.

Fila un lettino di seta, a cui si ancora con l’ultimo paio di false zampe, e un cinto dorsale anche lui fatto di seta per trattenere la pupa contro il supporto.

Larva L4 in pre-pupa.

Larva L4 in pre-pupa.

Pupa appena formata.

Pupa.

Pupa.

Quando è quasi arrivato il momento di sfarfallare, si vede in trasparenza, sotto gli astucci alari della pupa, la pagina superiore delle ali anteriori, che nelle foto che seguono permette di riconoscere che si tratta di una femmina.

Pupa femmina poco prima della schiusa.

Pupa femmina poco prima della schiusa.

Pupa femmina al momento della schiusa.

Pupa femmina al momento della schiusa.

Coppia di adulti.

Adulti in accoppiamento, la femmina a destra, leggermente più grande.

Coppia di adulti.

Maschio adulto.

Maschio adulto.

Maschio adulto.

Maschio adulto.

Maschio adulto, Viadana (Mantova). (Foto Tiziana Dinolfo)

Femmina adulta.

La farfalla, nonostante sia protetta dalla Direttiva Habitat e dalla legislazione italiana che la recepisce, ha subìto un forte declino per l’uso di fitofarmaci, soprattutto diserbanti, e trinciature dei fossi effettuate in modo invasivo, senza tener conto delle fasi di sviluppo della farfalla.

Trinciatura in fosso durante il volo delle Lycaena dispar in provincia di Ravenna, vicino al Canale Emiliano Romagnolo. La farfalla, comune in questa località fino a pochi anni fa, sembra adesso che sia scomparsa.

Uno degli ultimi esemplari osservato nella località dove è stata fatta la trinciatura.

Come in molte altre specie di farfalle diurne, anche Lycaena dispar è soggetta ad aberrazioni cromatiche, sia di origine genetica che dovute a sbalzi termici soprattutto nel periodo in cui era pupa, che interessano la forma e le dimensioni delle macchie scure delle posteriori, ma anche il colore di fondo delle ali e anche in modo asimmetrico tra un’ala e l’altra.