Pheosia tremula
di Tiziana Dinolfo e Paolo Mazzei
La specie di cui illustriamo il cinquantaduesimo ciclo di questa rubrica è Pheosia tremula (Clerck, 1759), rappresentante della famiglia Notodontidae.
È diffusa nelle regioni temperate e calde dell’Europa, quindi anche in Italia, e a oriente fino alla Siberia meridionale; verso sud si spinge in parte della Penisola Iberica, in Sicilia, in Turchia ma è assente in Grecia, in alcuni stati balcanici e nelle isole dell’Egeo.
Vive soprattutto nei boschi decidui che crescono lungo fiumi e torrenti, dove sono presenti le sue piante alimentari larvali, soprattutto pioppi e salici (pioppo tremolo, Populus tremula L., pioppo bianco, Populus alba L., pioppo nero, Populus nigra L., salice bianco, Salix alba L., salice rosso, Salix purpurea L., salicone Salix caprea L., salice da vimini, Salix viminalis L., e altre specie), ma occasionalmente anche betulle. In particolare, gli esemplari ripresi da Tiziana Dinolfo sono stati osservati a Viadana in provincia di Mantova, sulle rive del fiume Po, zone particolarmente ricche di pioppeti, in prevalenza pioppo tremolo, ma anche bianco e nero.
Tutte le foto di questo articolo sono attribuite allo specifico autore tramite le iniziali TD e PM, con ovvio significato, salvo diversamente specificato.
Le larve allevate e fotografate da Tiziana Dinolfo sono state trovate su pioppo tremolo, albero che ha lo stesso epiteto specifico, tremula, di questo bel notodontidae, e allevate anche su pioppo nero.
La specie, al di sotto dei 1500 metri, ha due generazioni in aprile/giugno e in agosto/settembre, mentre a quote maggiori e fino ai 2000 metri, o alle latitudini maggiori, ne ha una sola tra luglio ed agosto. Sverna come pupa per sfarfallare, accoppiarsi e deporre le uova nella primavera successiva.
Uovo
Le uova, deposte singolarmente o a piccoli gruppi, si presentano, appena deposte, come delle semisfere bianco-latte, spesso con delle setole attaccate alla base, provenienti dall’addome della femmina.
Dopo circa 5 giorni compaiono delle macchie scure irregolari e, con il procedere dello sviluppo dell’embrione, si intravede la capsula cefalica scura della larvetta che dopo pochi giorni uscirà dall’uovo.
Larva L1
Dopo circa due settimane, o anche qualcosa di più o di meno a seconda della temperatura, le uova si schiudono. Le larve che ne fuoriescono misurano appena 4 mm, hanno un colore di fondo azzurrognolo chiaro con puntini neri (piccole escrescenze lucide poco sporgenti) disposti singolarmente o a coppie su ogni segmento; ogni puntino ha una piccola setola nera. Nel penultimo segmento uno di questi punti si presenta accentuato e disposto su una base nocciola chiaro, come un accenno di cornetto.
La larva in questa fase tiene, a riposo, la parte terminale del corpo sollevata dal substrato. La capsula cefalica è nera, ed è nero anche lo scudetto dorsale del primo segmento toracico, subito dietro la testa, e le zampe. La larva delle due foto successive non si è cibata del guscio del suo uovo, ma ha sùbito attaccato la superficie della foglia di pioppo.
Lo sviluppo durante la prima età è molto rapido e già dopo pochissimi giorni le larve si preparano per la prima muta, tessendo un substrato di seta al quale potersi ancorare. Nella larva in muta si nota la nuova capsula cefalica verde giallastra, subito dietro la vecchia, nero-lucida.
Larva L2
Appena completata la muta, e ci vuole di norma una giornata, la larva di seconda età si presenta con colori completamente diversi: capo e false zampe addominali di colore giallo verdognolo e corpo biancastro con un cornetto caudale meglio accennato, di colore marrone sfumato. Dopo poco tempo e con l’alimentazione, però, la larva da biancastra diventa verde brillante, con trattini dorsali longitudinali biancastri e linee laterali giallo/verdastre, il cornetto caudale diventa marrone con l’apice nero, e la capsula cefalica torna ad essere nera.
Bastano però altri due giorni per farla tornare un’altra volta in muta (seconda foto).
Larva L3
Durante tutta la terza età la capsula cefalica rimane di un bel verde chiaro e il cornetto caudale rosso scuro, come anche le zampe. Le strie dorsali si intensificano creando quasi un’unica banda bianca e le due laterali diventano giallo crema.
Larva L4
Ed eccoci alla quarta età: la colorazione non si discosta molto da quella della terza. Gli stigmi respiratori, presenti sui due lati del primo segmento toracico e di quelli addominali dal primo all’ottavo, sono neri bordati di chiaro, il primo toracico e gli ultimi due addominali hanno l’interno nocciola chiaro, e tutti si “appoggiano” sulla banda latero/ventrale, giallastra come all’età precedente.
In tutte le fasi e maggiormente nelle ultime due, il bruco non si mostra particolarmente mobile, resta sulla stessa foglia consumandola partendo dal margine esterno o dall’apice fino ad arrivare alla nervatura centrale; quando la foglia è consumata si sposta sulla foglia più vicina. Nelle frequenti fasi di riposo rimane sui piccioli, immobile.
Il cornetto caudale si presenta adesso più come una gibbosità interrotta da una linea verticale nera. Caratteristica è la linea arancione sul retro, sopra le pseudozampe anali.
Larva L5
All’ultima età la banda dorsale diventa di un bianco gesso uniforme, spiccando sul verde vivace dei lati, le due linee latero/ventrali rimangono giallo crema, tranne sotto gli spiracoli dove il giallo lascia il posto al bianco, e la linea posteriore arancione si scurisce leggermente.
La colorazione della capsula cefalica è assai uniforme e ricorda quella dorsale, a volte con una sfumatura un po’ più verde. La parte ventrale è verde, e anche la base delle false zampe addominali, le cui estremità sono rosso mattone.
L’aspetto della larva L5, assai traslucida, ricorda la porcellana, tanto che il nome comune francese di questa specie è proprio Porcelaine.
Pupa
Quando il bruco è maturo e ha terminato l’accrescimento, è arrivato il momento di diventare pupa: il bruco smette di alimentarsi, scende al suolo, camminando velocemente cerca un punto del terreno adatto e si interra (prima foto) per costruire una celletta pupale e trasformarsi in pupa (seconda foto). Come molte altre specie di Eteroceri, costruisce un bozzolo aggregando il terriccio tramite fili di seta.
La pupa autunnale rimane nel suo bozzolo per tutto l’inverno e l’adulto uscirà durante la primavera successiva, mentre le larve primaverili delle popolazioni che fanno due generazioni all’anno restano nello stadio di pupa da un paio di settimane ad un mese prima che l’adulto sfarfalli.
La pupa è uniformemente di colore mogano scuro. Poco prima dello sfarfallamento gli astucci alari si scuriscono e mostrano in trasparenza la pagina superiore delle ali anteriori.
Adulto
L’adulto sfoggia tutte le sfumature di bruno, con gradazioni che vanno dal bianco al color crema, al bruno cannella fino al nero, con la peluria dietro al capo grigia e marroncina.
Il primo paio di zampe, ricoperte anch’esse da fitta peluria, a riposo vengono tenute in avanti, come in altri esemplari della stessa famiglia. La postura delle ali è a tetto, con le punte esterne più allungate rispetto all’angolo interno, a creare una figura d’insieme cuneiforme.
Gli adulti di Pheosia tremula volano la notte per nutrirsi, mentre di giorno si possono osservare a riposo, posate sui tronchi degli alberi.
Attualmente non sembra essere una specie a rischio, anche se va posta sempre l’attenzione sulla gestione accorta dei boschi ripariali e delle aree boschive nelle zone umide, anche al fine di preservare in generale la loro fragile biodiversità.
In questa specie non c’è un evidente dimorfismo sessuale, l’unica differenza apprezzabile fra i due sessi, come per la maggior parte degli Eteroceri, sta nelle antenne: più filiformi e solo leggermente bipettinate nella femmina, più vistosamente bipettinate nel maschio. Non si rilevano particolari differenze nelle dimensioni dei due sessi.
In Europa il genere Pheosia una sola altra specie che può essere confusa con Pheosia tremula, ed è Pheosia gnoma (Fabricius, [1777]), anch’essa ad ampia diffusione in Europa e fino alla Siberia orientale, ma limitata, in Italia, all’arco alpino e legata soprattutto ai boschi di betulle, principali piante alimentari delle larve.
Pheosia tremula
Pheosia gnoma
Adulto:
Gli adulti si riconoscono per la macchia chiara triangolare ed appuntita, evidenziata da una freccia rossa nelle due seconde foto: quella di P. tremula è stretta e molto allungata, ed ha al suo interno una seconda macchia triangolare nocciola, i cui lati corrono paralleli a quelli della macchia più grande.
In P. gnoma, invece, la macchia triangolare è interamente bianca, più corta e più larga, e non possiede al suo interno il secondo triangolo nocciola.
Larva matura (L5):
Le larve delle due specie si riconoscono a colpo d’occhio per la colorazione:
Pheosia tremula ha la larva dorsalmente bianco/azzurrina e lateralmente verde, con una fascia latero/ventrale gialla, interrotta da zone biancastre sotto agli stigmi respiratori che sono leggermente al di sopra di essa, e con la capsula cefalica azzurro/verde tenue e con disegni appena accennati. Esistono forme larvali brune, ma mai viola e mancano della fascia latero/ventrale gialla.
Pheosia gnoma ha il colore di fondo, sia dorsale che laterale, decisamente viola carico, e la fasce latero/ventrali gialle sono più larghe, tanto che gli stigmi si trovano al loro interno e non sporgono sul viola. La capsula cefalica è anch’essa viola, con disegni più scuri e macchiette biancastre a mosaico ben visibili.
Links
Qualche sito in rete con informazioni e foto su questa specie: