Brahmaea hearseyi

di Paolo Mazzei

In attesa di potervi parlare della “nostra” Bramèa del Vulture (Brahmaea europaea, descritta da Friedrich von Hartig nel 1963 ed uno dei più noti endemismi italiani, che compare anche stilizzata nel logo di ALI), cominciamo ad avvicinarci a questo genere con una specie grande e vistosa del sud dell’Asia: Brahmaea hearseyi White, 1862. È presente in un’areale abbastanza vasto che comprende India, Nepal, Bhutan, Myanmar (Burma), est e sud della Cina, Laos, Vietnam, Cambogia, Thailandia, Malesia, Indonesia, Filippine e Sulawesi.

Nelle Filippine sono in realtà presenti i taxa ardjoeno Kalis, 1934, naessigi Naumann & Brosch, 2005 e paukstadtorum Naumann & Brosch, 2005, descritti come specie a sé ma considerati da alcuni autori come sottospecie di Brahmaea hearseyi, molto simili e praticamente indistinguibili come pattern alare considerando il singolo individuo, ma con differenze costanti nella morfologia dell’apparato genitale dei maschi. Stesse considerazioni per i taxa loeffleri Naumann & Brosch, 2005 (Borneo) e celebica Toxopeus, 1939 (Sulawesi)

f1. Maschio adulto.

f2. Femmina adulta.

La femmina è sempre più grande del maschio ed ha le ali più larghe e arrotondate: l’apertura alare (ali in posizione standard) del maschio della prima foto f1 era di 11,5 cm, quella della femmina in f2 di 14,5 cm, ma la femmina appare ancora più grande a causa della larghezza delle ali.

f3. Estremità dell'addome.

La colorazione dell’estremità dell’addome consente di differenziare i sessi a colpo d’occhio, come è evidente dalla foto f3 (maschio a sinistra, femmina a destra).

Il pattern alare e la colorazione dei due sessi sono molto simili, e anche le antenne non consentono di riconoscerli, essendo leggermente bipettinate in entrambi, ma la linee ondulate e parallele presenti sulle ali sono in numero diverso tra maschio e femmina: la femmina ne ha costantemente due o tre più del maschio.

Leggermente più a nord rispetto all’areale di Brahmaea hearseyi, ma con estese aree di simpatria, c’è un altro gruppo di specie, dal pattern alare molto simile a Brahmaea hearseyi, che comprende Brahmaea wallichii (Gray, 1831), la più diffusa abitando India, Nepal, Bhutan, Myanmar, Cina e Taiwan, insieme a Brahmaea japonica (Butler, 1873) (Giappone) e a Brahmaea litserra H.L. Hao, X.R. Zhang & J.K. Yang, 2002 (provincia di Hebei nel nord della Cina).

f4. Apice alare.

f5.

A sinistra specie del gruppo hearseyi, a destra del gruppo wallichii.

Per riconoscere individui appartenenti a uno dei due gruppi è sufficiente osservare i disegni dell’apice dell’ala anteriore, utilizzando i caratteri evidenziati in rosso nell’immagine f5: l’andamento delle banda nera che separa l’area apicale dall’area radiale limitrofa, e i disegni bianchi su sfondo nocciola a cavallo delle venature radiali.

Ci sono altri caratteri che possono aiutare, come il colore della metà basale della pagina superiore delle ali posteriori, ma non sono sempre visibili in una foto e sono soggetti ad eccezioni e a individui con caratteristiche intermedie, mentre quelli presentati qui sopra non dovrebbero dar luogo a determinazioni errate, almeno su esemplari non troppo logori.

(il dettaglio dell’apice alare di Brahmaea wallichii, mostrato in f4 a destra, è tratto da una foto pubblicata da Giwas Meng (孟琬瑜) su iNaturalist, con licenza CC BY-NC almeno fino alla data 21/05/2024 11:00 AM, e quindi utilizzabile a fini non commerciali, presente in questa osservazione)

Le larve delle specie del genere Brahmaea utilizzano, come piante alimentari, specie della famiglia Oleaceae, tribù Oleeae: ligustro (Ligustrum L., 1753), frassino (Fraxinus L., 1753), lillà (Syringa L., 1753), fillirea (Phillyrea L., 1753). Le larve di Brahmaea hearseyi si cibano, tra gli altri, di Ligustrum lucidum W.T.Aiton, Ligustrum ovalifolium Hassk., Ligustrum sinense Lour., Ligustrum japonicum Thunb. e Ligustrum vulgare L.

Le specie del gruppo hearseyi abitano ambienti molto diversi, dai boschi dell’Himalaya alle foreste del Borneo, e hanno da 1 a 4 generazioni all’anno, a seconda della latitudine e della quota. Nelle località meno calde, dove vanno incontro ad una diapausa invernale, l’inverno viene passato allo stadio di pupa.

Entrambi i sessi sono attratti dalle luci artificiali.

Tutte le larve mostrate in questo articolo sono state allevate su Ligustrum lucidum, dalla schiusa delle uova alla trasformazione in pupa. Tutte le foto sono dell’autore, salvo diversamente specificato.

Uovo

Le uova sono uniformemente gialle appena deposte. Quelle non fecondate rimangono gialle mentre quelle che si sviluppano acquistano, dopo qualche giorno, una marezzatura rossastra, come quelle in f6, e il polo si scurisce successivamente in modo evidente (f7).

f6.

f7.

Poco prima della schiusa l’involucro dell’uovo diventa trasparente, mostrando la larva al suo interno. Nella foto f9 la larva dentro l’uovo di destra sta aprendo una finestrella con le mandibole per poter uscire.

f8.

f9.

Larva L1

Alla schiusa la larva L1 è biancastra e nera: la capsula cefalica è nera lucida e anche le zampe sono nere, e il secondo e terzo segmento toracico, bianco giallastro con dei punti neri, portano entrambi due lunghi filamenti dorsali, inizialmente biancastri con corte setole scure, che si allungheranno nelle ore successive diventando completamente neri, tranne la punta che rimane più chiara. Sull’ottavo segmento addominale c’è un singolo lungo filamento dorsale, e altri due sul settimo, e la colorazione degli ultimi segmenti addominali è simile ai tre segmenti toracici.

I primi sette segmenti addominali del corpo presentano invece una banda centrale trasversale che fa tutto il giro del segmento, e gli spazi intersegmentali sono ugualmente neri, dando l’impressione che tutta la parte compresa tra i filamenti anteriori e i posteriori sia a bande alternate bianche e nere.

La larva appena uscita dall’uovo mangia, almeno in parte, il corion dell’uovo (f12).

f10.

f11.

f12.

f13.

f14.

f15.

f16.

Durante l’accrescimento nella prima età il colore di fondo dei primi e degli ultimi segmenti si fa sempre più giallo intenso, contrastante con i primi sette segmenti addominali che rimangono a bande alterne bianche e nere e che portano ciascuno, dorsalmente, due piccole protuberanze (scoli) neri con delle setole ugualmente nere.

I filamenti, una volta stesi e raggiunta la lunghezza massima, sono molto appariscenti.

f17.

f18.

f19.

Larva L2

Alla seconda età la barra nera presente, e continua, intorno ai primi sette segmenti addominali si frammenta in tre grosse macchie nere su ogni segmento, una dorsale e una laterale su ciascun lato: l’aspetto a bande alterne bianche e nere della prima età si trasforma, alla seconda, in un’alternanza di una banda nera sottile intersegmentale e di tre macchie nere più grandi su ciascun segmento. I primi sette segmenti addominali perdono inoltre i piccoli scoli dorsali presenti alla prima età.

Troviamo adesso la colorazione gialla, tipica delle due estremità del corpo, anche in una sottile banda latero-ventrale a contatto con le false zampe nere, e il settimo segmento addominale ha il colore di fondo giallo anche nella metà distale.

f20.

f21.

f22.

f23.

Larva L3

Alla terza età i primi sette segmenti addominali cambiano ancora: la macchia nera dorsale sparisce o si trasforma in un puntino ben poco evidente e ciascuna macchia laterale si trasforma in una linea inclinata ben marcata con al di sotto un trattino orizzontale più corto, che racchiude lo spiracolo tracheale.

Allo stesso tempo gli anelli intersegmentali scuri tendono a svanire e il corpo assume un aspetto “di porcellana”.

Subito dopo la muta la larva L3 si ciba dell’esuvia dell’età precedente, in questo caso della seconda (foto f24), non disdegnando neanche gli involucri dei lunghi filamenti neri, che vengono consumati completamente.

f24.

f25.

f26.

f27.

f28.

f29.

Al progredire della terza età, e all’aumentare delle dimensioni del corpo, compaiono dorsalmente dei disegni sfumati verde chiaro.

f30.

f31.

Larva L4

Anche dopo la terza muta la larva L4 si ciba delle spoglie L3 da cui è uscita, ed i cambiamenti nel passaggio dalla terza alla quarta età sono meno netti che non ai passaggi precedenti: la colorazione delle due estremità è sempre meno contrastante con quella centrale e i filamenti neri sono sempre più lunghi, arricciati ed appariscenti.

I “trattini” neri che comprendono gli spiracoli tracheali si allungano e si frammentano, diventando più evidenti.

I puntini neri dorsali sui primi sette segmenti addominali spariscono completamente.

f32.

f33.

f34.

Larva L5

E siamo arrivato all’ultima età, la quinta, e le larve L5, dopo la muta, hanno subìto un cambiamento radicale: niente più filamenti neri, li hanno persi tutti.

Sul secondo e terzo segmento toracico, dove all’età precedente partivano i quattro filamenti anteriori, adesso troviamo una macchia bianca rotondeggiante ben evidente, e i lati dei tre segmenti toracici mostrano un reticolo composto da grandi macchie di colore verde chiaro bordate di nero.

La colorazione dorsale è variabile, con sfumature di azzurro, verde chiaro e giallino, e la aree latero-ventrali arancioni hanno ora una parte biancastra centrale più larga e vanno dal giallo all’arancione rossiccio. Le false zampe sono esternamente nere con dei disegni azzurri.

Quando si sente disturbata, la larva solleva la prima parte del corpo in una posa da sfinge, e piega la testa e i segmenti toracici verso il basso (f35, f36, f37), scuotendo a volte violentemente la parte anteriore del corpo a destra e a sinistra.

f35.

f36.

f37.

Alla quinta età la larva può superare i 13 cm e mangia quantità notevoli di ligustro.

f38.

f39.

f40.

Quando cessa di alimentarsi la colorazione dorsale vira improvvisamente all’arancione acceso e la larva cammina velocemente scendendo a terra alla ricerca di un buon posto per trasformarsi in pupa, scegliendo di solito di nascondersi tra il terreno e le strato di foglie e detriti vegetali che lo ricopre e costruendo un ricovero molto semplice con la sua seta, senza scavare e senza affondare troppo nella terra, anche se è morbida.

f41.

f42.

Prima di impuparsi, nella sua celletta pupale appena abbozzata, la larva perde la colorazione dorsale aranciata e ritorna verdina, accorciandosi e allargandosi per acquistare una forma più vicina a quella che avrà la pupa.

Dal momento in cui si è nascosta passa di norma una settimana o poco più prima della trasformazione in pupa.

f43.

Pupa

La pupa, appena uscita uscita dall’esuvia larvale, è verde brillante, ma la parte toracica dorsale e l’addome passano presto al marrone, e la colorazione in uno o due giorni diventa progressivamente sempre più scura, fino ad arrivare quasi al nero.

f44.

f45.

f46. Pupa femminile, vista dorsale.

f47. Pupa femminile, vista ventrale.

f48. Pupa femminile, dettaglio dell'estremità del corpo.

f49. Pupa maschile, vista dorsale.

f50. Pupa maschile, vista ventrale.

f51. Pupa maschile, dettaglio dell'estremità del corpo.

Le due foto f52 e f53 mostrano una pupa maschile che ha conservato delle protuberanze in corrispondenza delle false zampe larvali.

f52.

f53.

In f54 e f55 si vedono la pupa femminile e maschile a confronto; da notare la differenza di dimensioni e i dettagli della porzione terminale.

f54. Pupa femminile in alto e maschile in basso.

f55. Pupa femminile a destra e maschile a sinistra.

f56. Maschio adulto.

f57. Femmina adulta.

f58. Maschio adulto.

f59. Femmina adulta.

Le due foto f60 e f61 mostrano la pagina inferiore delle ali nei due sessi. La colorazione delle aree submarginali e postdiscali è molto più scura nella femmina che nel maschio.

f60. Maschio adulto.

f61. Femmina adulta.

f62. Maschio adulto.

f63. Maschio adulto.