di Paolo Mazzei

L’originalità dei disegni alari, l’accostamento dei colori e il taglio caratteristico delle ali della sfinge dell’oleandro, Daphnis nerii (Linnaeus, 1758), appartenente alle Sphingidae Macroglossinae, la rendono una delle più attraenti ed eleganti falene della fauna europea.

Prendo in prestito due videate di iNaturalist, visibili qui sotto in modalità “tutto schermo” a due diversi livelli di zoom (21/11/2023 alle 11:00, 4342 osservazioni di Daphnis nerii), per cercare di capire la sua distribuzione.

La prima videata (f2), relativa alla sua distribuzione a livello mondiale (ho tagliato fuori le Isole Hawaii, dove è ben diffusa con 120 osservazioni), ne mostra la presenza tramite i segnalini rossi:

  • in tutta l’Africa sub-sahariana, incluse le Isole di Capo Verde e quelle dell’Oceano Indiano (Madagascar, Réunion, Mauritius, Seychelles);
  • in tutto il sud-est asiatico: Pakistan, India, Nepal, Myanmar (Birmania), Thailandia, Laos, Vietnam, Cambogia, Malesia, Sumatra, Giava, Bali, Borneo, Filippine, sud della Cina, Taiwan, sud del Giappone;

f1. Femmina adulta, Loutsa (Parga), Grecia, 02/10/2023.

  • in Afghanistan, Turkmenistan, Iran, Penisola Arabica, Egitto lungo la costa mediterranea e del Mar Rosso, e da Israele fino alla Turchia;
  • nelle Isole Marianne, Guam e Isole Hawaii.

La seconda videata (f3) riguarda in particolare l’Europa. Salta immediatamente agli occhi che la sua presenza è soprattutto orientale: molto numerosa in Turchia, Cipro, su tutta la costa est del Mediterraneo, in tutta la Grecia isole incluse e sulla costa adriatica dei Balcani, è praticamente assente sulla costa mediterranea africana con l’eccezione di parte dell’Egitto, in Italia il maggior numero di segnalazioni è relativo al nord-est, e si fa via via più scarsa andando dall’Italia alla Francia fino alla Spagna.

f2. Distribuzione mondiale della specie, escluse le Isole Hawaii.

f3. Distribuzione euro-mediterranea della specie.

Alla fine del secolo scorso la distribuzione europea era ancora più limitata: le rotte migratorie verso nord erano quasi esclusivamente balcaniche e, in Italia, si trovava soltanto tra Trieste e il Lago di Garda.

Adesso, complici probabilmente le temperature estive e autunnali più elevate, riesce evidentemente ad attraversare i 75 km scarsi di mare tra Otranto e la costa albanese, e la si trova quindi in Puglia, e poi sulla costa più a nord, soprattutto tirrenica, arrivando un po’ in tutto il nord Italia, ma anche nel sud della Francia e occasionalmente sulla costa mediterranea spagnola.

Singoli migranti si spingono ben a nord delle Alpi, fino in Gran Bretagna e nella Scandinavia. Purtroppo le pupe di questa specie non sopportano l’umidità eccessiva e ancora meno il freddo: al di sotto dei 10 gradi muoiono rapidamente, e quindi si possono formare delle popolazioni stabili solo dove gli inverni sono meno rigidi: Sicilia, Creta, Cipro e sud della Grecia.

Ai tropici questa specie può avere generazioni che si succedono tutto l’anno, quasi senza interruzioni, oppure quattro o cinque generazioni con periodi di pausa legati alle condizioni locali di temperatura e umidità. Nel sud dell’Europa la ritroviamo come migrante tra giugno e settembre, con diverse generazioni sovrapposte di origine sia locale che migratoria fino alla fine di ottobre e talvolta anche a novembre, se la temperatura lo consente.

Piante alimentari     < >

La pianta alimentare larvale per eccellenza e praticamente l’unica utilizzata in Europa, con rare eccezioni, è l’oleandro (Nerium oleander L., 1753 – Apocynaceae), che vegeta spontaneamente anche in Italia lungo i litorali, inoltrandosi all’interno lungo i corsi d’acqua.

Pittaway cita, come piante alimentari alternative all’oleandro, Vinca, Vitis, Gardenia, Alstonia, Asclepias, Jasminum, Trachelospermum, Amsonia, Carissa, Tabernaemontana, ?Mangifera, Rhazya, Adenium, Catharanthus, Ipomoea e Thevetia. In cattività si può allevare con facilità anche con alcune specie di ligustro.

Entrambi i sessi non sono attratti in modo significativo dalle luci artificiali (mai visto un adulto alle lampade, anche dove la specie è decisamente abbondante), ed è molto più facile trovare le larve sugli oleandri o gli adulti immobili di giorno o intenti a bottinare sui fiori (Nicotiana, Petunia, Lonicera, SaponariaMirabilis) al crepuscolo.

f4. Oleandri a valle della diga di Serifos, Grecia.

f5. Oleandri a valle della diga di Serifos, Grecia.

Ho fotografato gli oleandri delle due foto precedenti (f4 e f5) a Serifos, nelle Isole Cicladi (Grecia). Crescono al di sotto di una diga artificiale che forma un lago; dalla base della diga fuoriesce un filo d’acqua dolce che alimenta una serie di pozze che, fino a qualche anno fa, non si asciugavano mai, neanche con il caldo torrido estivo: nella foto f4, in basso a sinistra, si può notare la presenza di acqua stagnante.

La foto f6 mostra la diga, dal basso, con la macchia ad oleandro – agnocasto che si estende per circa mezzo chilometro utilizzando l’acqua delle pozze, mentre in f7 e f8, scattate a fine agosto 2014, si vede il risultato dei pasti delle larve all’ultima età.

f6. Stretta macchia ad oleandro - agnocasto, a valle della diga di Serifos, Grecia

f7. Segni dell'attività alimentare delle larve mature, a valle della diga, Serifos, Grecia, agosto 2014.

f8. Segni dell'attività alimentare delle larve mature, a valle della diga, Serifos, Grecia, agosto 2014.

Ed ecco due delle larve, fotografate entrambe sugli oleandri sotto la diga, la prima ad agosto 2010 e la seconda ad agosto 2014.

Purtroppo negli ultimi anni ha piovuto sempre meno, l’acqua della diga è stata captata per l’irrigazione e per gli usi domestici, e gli oleandri sono andati in deficit idrico, perdendo l’aspetto sano e le foglie grandi e verdi scure e trasformandosi in piante stentate e ingiallite, e alle sfingi non sono più piaciuti per la deposizione delle uova, e quindi niente più larve dall’estate 2014.

f9. Larva L5, a valle della diga, Serifos, Grecia, 17/8/2010

f10. Larva L5, a valle della diga, Serifos, Grecia, 29/8/2014

f11. Lato nord della spiaggia di Psili Ammos, Serifos, Grecia: giardino di casa con oleandri, agosto 2019.

Avendo, con la mia compagna, casa a Serifos e un giardino con una ventina di oleandri sulla spiaggia di Psili Ammos, non lontano dalla diga, ad agosto di quest’anno (2023) abbiamo deciso di trasformarli in piante rigogliose per cercare di attirare le sfingi, che non avevano mai deposto in giardino: abbiamo tagliato tutti i rami più grandi e vecchi alla base, lasciando solo le ricrescite basali più belle, e abbiamo aumentato l’irrigazione a goccia, portandola a due periodi di 15 minuti al giorno, mattina e sera.

Quando siamo tornati, a fine ottobre, gli oleandri erano ricresciuti molto più folti alla base, acquistando un aspetto splendido, ed erano piaciuti evidentemente anche alle sfingi: praticamente tutte le piante avevano larve sulle foglie, di tutte le età, mai viste così tante tutte insieme!

La sera del 28 ottobre 2023, un’ora circa dopo il tramonto, ci siamo appostati tra gli oleandri, con torce frontali schermate, sperando di vedere qualche deposizione, e dopo un quarto d’ora è arrivata una femmina e ha deposto in rapida successione tre uova, due su una pianta e una su un’altra.

La deposizione del primo uovo ci ha colti di sorpresa, ma abbiamo visto dove erano state deposte le altre due, consentendoci di raccoglierle con entrambi i rametti per seguirne lo sviluppo, ed è grazie a questa femmina, e a tutte le larve trovate in giardino, che posso illustrare questo articolo.

Uovo     < >

Le uova di questa specie sono subsferiche, piccole (1.50 x 1.25 mm) rispetto alla taglia degli adulti, traslucide e uniformemente verdi chiare. Vengono deposte sempre isolate, sia sulla pagina superiore che su quella inferiore delle foglie, soprattutto su foglie grandi e non terminali, spesso nella parte bassa delle piante. Nonostante la singola deposizione sia molto rapida (meno di 2 secondi), la coesione dell’uovo alla foglia è ottima e sopporta anche venti di forte intensità.

f12. Primo uovo appena deposto (pagina inferiore di una foglia di oleandro), Psili Ammos, Serifos, Grecia, 28/10/2023.

f13. Secondo uovo appena deposto (pagina superiore di una foglia di oleandro), Psili Ammos, Serifos, Grecia, 28/10/2023.

Il tempo che intercorre tra la deposizione e la schiusa è fortemente dipendente dalla temperatura: può superare una settimana ma, se fa molto caldo e l’uovo è esposto al sole diretto, la larvetta di prima età può venirne fuori anche dopo solo tre giorni dalla deposizione.

f14. Primo uovo due giorni dopo, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 30/10/2023.

f15. Secondo uovo due giorni dopo, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 30/10/2023.

Larva L1     < >

La larva di prima età è giallastra ed è dotata di un cornetto caudale completamente nero e molto lungo, oltre i due terzi del corpo alla schiusa.

Appena uscita dall’uovo si nutre quasi sempre del corion, prima di intraprendere la camminata che la porterà sulle foglie terminali più piccole e più tenere del rametto su cui l’uovo è stato deposto.

f16. Larva L1 trovata su un oleandro, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 27/10/2023.

f17. Larva L1 nata da una delle due uova deposte il 28/11/2023, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 1/11/2023.

Le due larvette della foto successiva (f18) sono schiuse dalle due uova deposte la notte del 28 ottobre 2023 (f12 e f13).

In questa foto avevano già un giorno di età, il colore del corpo aveva già virato al verde mela ed erano già cresciute rispetto al momento della schiusa (foto precedente f17, in cui il corpo è ancora giallastro), avvenuta il primo novembre 2023, e quindi a quattro giorni dalla deposizione.

Entrambe le larve si sono spostate su una delle giovani foglie apicali, quella più in basso sta mangiando e sono ben evidenti i segni della loro alimentazione.

f18. Larve L1 nate dalle due uova deposte il 28/11/2023, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 2/11/2023.

f19. Larva L1, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 27/10/2023.

f20. Larva L1, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 30/10/2023.

La lunghezza della larva della foto successiva (f21) è più o meno due volte e mezzo la lunghezza alla schiusa. A queste dimensioni, è ora di fare la prima muta, per poter crescere un altro po’: una larva L1 in muta è ripresa nell’ultima foto di questo gruppo (f22).

f21. Larva L1, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 27/10/2023.

f22. Larva L1 in muta, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 31/10/2023.

Larva L2     < >

L’aspetto della larva alla seconda età non è molto diverso da quello della prima: dopo la muta, lasciando passare qualche ora in modo che i colori acquistino l’aspetto definitivo, il cornetto caudale, più lungo e sottile ma sempre nero, ha l’estremità bianca o biancastra.

C’è anche un’altra novità cromatica, che diventa evidente però dopo che la larva ha ricominciato ad alimentarsi, cioè dalla seconda foto (f24) in poi: nella parte anteriore del terzo segmento toracico, da entrambi i lati, compaiono due macchiette separate biancastre, spesso con una terza più piccola vicina, quasi circolari e bordate di scuro, e su entrambi i lati, subito al di sopra di una sottile linea chiara giallo/verdastra, appare una fila di analoghe macchiette, ma ancora più piccole e sfumate, che percorre tutto il corpo (e lo attraversa anche dorsalmente vicino al confine tra i segmenti, ma queste macchiette trasversali sono veramente piccole e quasi impercettibili e diventeranno ben visibili quando si avvicinerà la seconda muta).

Intorno alla base del cornetto, e in particolare dorsalmente, si vede un’area piccola e sfumata di colore bruno/arancione, già presente e ancora più evidente alla prima età ma che scomparirà alla successiva L3.

f23. Larva L2, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 29/10/2023.

f24. Larva L2, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 1/11/2023.

f25. Larva L2, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 2/11/2023.

f26. Larva L2, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 30/10/2023.

Anche alla seconda età le larve preferiscono nettamente le più tenere foglie terminali, dove spesso si raggruppano, ed è facile trovarle cercando i segni dell’attività trofica piuttosto che cercarle direttamente, essendo decisamente criptiche e nascondendosi sulla pagina inferiore delle foglie.

L’ultima foto del gruppo (f30) mostra una larva alla seconda muta, che la porterà alla terza età.

f27. Larve L2, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 29/10/2023.

f28. Larva L2, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 30/10/2023.

f29. Larva L2, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 30/10/2023.

f30. Larva L2 in muta, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 3/11/2023.

Larva L3     < >

Le prime due foto f31 e f32 mostrano una larva L3 appena uscita dall’esuvia, e la stessa larva intenta a cibarsene. Queste due foto non sono significative per quanto riguarda la colorazione del cornetto caudale, che ancora non si è indurito e non ha la colorazione definitiva, che assumerà entro qualche ora, ma danno un’idea dell’accrescimento del cornetto tra la seconda e la terza età.

f31. Larve L3, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 4/11/2023.

f32. Larva L3, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 4/11/2023.

Da questa foto (f33) invece si può vedere bene l’aspetto tipico di una giovane larva di terza età: il cornetto terminale è ancora più lungo e sottile, e l’estremità biancastra è, sia in assoluto che in proporzione alle dimensioni complessive del cornetto, molto più lunga.

La base del cornetto, inoltre, non presenta un’area più scura ma è della stessa tonalità di verde del resto del corpo.

Le tre macchie chiare dorso-laterali con il bordo scuro, presenti sui due lati, sono ora più contrastate e a contatto tra loro e possono fondersi in un’unica macchia bordata di scuro, come si vede nella foto f35.

Inoltre le file laterali di macchie rotonde sono ben più evidenti e risaltano su una sottile banda che tende leggermente all’azzurro. Non solo, diverse macchioline più piccole e più chiare decorrono al di sopra delle precedenti e trasversalmente al corpo.

Nelle due foto successive f34 e f35, due larve con i lati del cornetto gialli, come avviene frequentemente alla terza età.

f33. Larva L3, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 8/11/2023.

f34. Larva L3, Loutsa (Parga), Grecia, 5/9/2021.

f35. Larva L3, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 27/10/2023.

Molto spesso le larve, a tutti gli stadi di sviluppo, si nutrono dei fiori degli oleandri, e sembrano gradirli particolarmente: nella foto f36 si vedono due larve ma ce n’erano quattro, tutte L3 e tutte intente a divorare i fiori.

f36. Larve L3, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 27/10/2023.

f37. Larva L3 in muta, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 11/11/2023.

La foto f37 che precede mostra una larva L3 in muta.

Nel carosello di foto che segue si vede la muta di una larva da L3 a L4; Psili Ammos, Serifos, Grecia, 3/11/2023 (è possibile trascinare le 14 foto manualmente, verso destra o sinistra, interrompendo così l’effetto carosello).

Larva L4     < >

La quarta e penultima età larvale si riconosce dalla precedente per il colore delle zampe toraciche, che passano dal verde al bruno aranciato (f52), ma soprattutto è inconfondibile in assoluto per la forma del cornetto (f53), che diventa giallo/verdastro, assai spesso (nel senso di non sottile) nella parte basale, con un ulteriore rigonfiamento dotato alla sua base (non sempre) di un anello nero, da cui parte un sottile filamento lungo metà del cornetto o poco più, che si assottiglia all’estremità diventando sempre più chiaro.

f52. Larva L4, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 8/11/2023.

f53. Larva L4, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 8/11/2023.

Anche alle larve di quarta età sembra proprio che piacciano i fiori!

Qui (f54) se ne vedono tre ma erano sempre quattro, le stesse fotografate sugli stessi fiori (f36 visibile più su) alla terza età tre giorni prima.

f54. Larve L4, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 30/10/2023.

La coppia di macchie dorso laterali, azzurre con il bordo interno blu ed esterno nero, presenti sul margine anteriore del terzo segmento toracico, diventano alla quarta età molto evidenti e diventa anche chiara la loro funzione: quasi invisibili quando la larva è a riposo (f55), in caso di disturbo la testa e i segmenti toracici vengono incurvati verso il basso, portando la capsula cefalica a contatto con il primo paio di false zampe addominali (f56). In questa posizione le due macchie diventano improvvisamente visibili e possono costituire un effetto sorpresa in un eventuale predatore.

f55. Larva L4, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 30/10/2023.

f56. Larva L4, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 27/10/2023.

Nelle due foto successive f57 e f58, due larve L4 prive dell’anello nero a metà del cornetto caudale.

f57. Larva L4, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 27/10/2023.

f58. Larva L4, Loutsa (Parga), Grecia, 4/9/2021.

L’ultima foto di questo gruppo (f60) mostra una larva L4 in muta verso la quinta e ultima età, termine dell’accrescimento larvale.

f59. Larva L4, Loutsa (Parga), Grecia, 5/9/2021.

f60. Larva L4 in muta, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 11/11/2023.

Larva L5     < >

E siamo arrivati all’ultima età: le larve L5 si riconoscono a colpo d’occhio, oltre che per le grandi dimensioni, per la forma del cornetto che, diventato completamente giallo, è ora uniformemente spesso, rugoso e lucido, e con l’apice incurvato verso il basso fin dal primo terzo dalla base.

Le larve mature tendono ad evitare le porzioni terminali dei rami di oleandro e passano le giornate più in basso, quasi sempre nascoste al di sotto di una foglia, alcune alla base della pianta per risalire appena fa buio.

Questo è un bene per le larve più piccole alle prime età, che invece rimangono sulla foglioline terminali, evitando interazioni possibilmente pericolose con larve molto più grandi. In cattività, se si tengono insieme senza precauzioni larve di dimensioni tanto diverse, può succedere che le più grandi divorino quelle più piccole, soprattutto se queste ultime sono in muta e quindi hanno più difficoltà a reagire o a fuggire, come osservato personalmente.

f61. Larva L5, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 7/11/2023.

f62. Larva L5, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 12/11/2023.

All’ultima età le larve in natura si nutrono spesso rimanendo al di sotto della foglia sulla nervatura centrale o all’inserzione della foglia sul rametto e, piegando la foglia verso il basso, la consumano dall’apice verso la base, completamente, inclusa spesso la nervatura centrale.

f63. Larva L5, Thailandia, 22/6/2008.

f64. Larva L5, Thailandia, 22/6/2008.

A seguire, cinque foto di larve all’ultima età, per dare un’idea della posizione che assumono nelle pause in cui non si alimentano. Nella foto f68 si vedono tre larve L5, tutte e tre nella stessa posizione al di sotto di tre foglie diverse.

f65. Larva L5, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 27/10/2023.

f66. Larva L5, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 27/10/2023.

f67. Larva L5, Loutsa (Parga), Grecia, 4/9/2023.

f68. Larve L5, Thailandia, 22/6/2008.

f69. Larva L5, Loutsa (Parga), Grecia, 13/9/2021.

Raggiunte le dimensioni massime – che possono superare i 10 cm se la larva ha sempre avuto a disposizione foglie di buona qualità, sole diretto e temperature elevate – la parte anteriore del corpo e quella terminale tendono ad un giallo carico caratteristico, e a volte parte del verde viene sostituito dall’azzurro: è un segno che la fase in cui si alimentano volge al termine.

f70. Larva L5, Loutsa (Parga), Grecia, agosto 1995.

f71. Larva L5, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 27/10/2023.

f72. Larva L5, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 28/10/2023.

f73. Larva L5, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 29/10/2023.

In un giorno o anche meno, prima il colore giallastro sostituisce il verde/azzurro in tutto il corpo, poi la parte dorsale progressivamente si scurisce, insieme alla capsula cefalica e al lato superiore del primo segmento toracico, mentre il resto del corpo vira all’arancione.

Appena è diventata superiormente molto scura, la larva cessa completamente di alimentarsi, scende dalla pianta e cerca a terra un posto adatto per impuparsi.

Le larve (f18) uscite dalle uova deposte il 28/10/2023, allevate in casa con temperatura media intorno ai 23 °C, si sono scurite smettendo di alimentarsi il 27/11/2023, cioè dopo 30 giorni dalla deposizione e 26 dalla schiusa.

f74. Larva L5 in pre-pupa, 23/6/2008.

f75. Larva L5 in pre-pupa, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 11/11/2023.

A differenza di altre specie, come la sfinge testa di morto, la sfinge dell’oleandro non scava nel terreno e non cerca di scendere in profondità: si accontenta di prepararsi una cella pupale sulla superficie del terreno, consolidandola con la sua seta e ricoprendosi con foglie secche e detriti, per evitare di essere esposta alla vista dei predatori (f77 e f78).

Le pareti della cella vengono realizzate utilizzando piccole pietre, pezzetti di foglie, grumi di terra e tutto quello che la larva trova intorno al luogo prescelto. Nella foto f78 si vede in realtà il soffitto della cella e non il pavimento, che ho girato molto delicatamente, il pavimento era semplice terra asciutta lisciata.

f76. Larva L5 in pre-pupa, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 11/11/2023.

f77. Larva L5 in pre-pupa, Thailandia, 24/6/2008.

f78. Larva L5 in pre-pupa, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 30/11/2023.

Confronto età larvali     < >

Nella figura seguente (f79) sono mostrati, a confronto, i cornetti caudali delle larve di sfinge dell’oleandro nelle cinque età larvali.

Le immagini relative a età diverse non sono in scala, altrimenti i cornetti delle prime età sparirebbero a confronto di quelli delle ultime, e quindi anche le dimensioni potrebbero valere come criterio di differenziazione, ma le dimensioni delle larve, oltre ad essere una funzione crescente dell’età larvale, sono condizionate dalla temperatura e dalla qualità delle piante di cui la larva si nutre, e se ne deduce che confronti dimensionali tra larve diverse potrebbero generare errori non facilmente prevedibili.

Riassumo i criteri già discussi in precedenza.

Le larve L1 hanno il cornetto completamente nero.

Le larve L2 hanno il cornetto con l’estremità bianca e intorno alla base, soprattutto dorsalmente, è presente una zona sottile e sfumata bruno/arancione.

Le larve L3 hanno il cornetto con l’estremità bianca molto più allungata rispetto a quelle L2 (anche in rapporto alla lunghezza complessiva del cornetto); intorno alla base manca una zona di colore diverso dal resto del corpo.

I cornetti delle larve L4 e L5 sono inconfondibili e non hanno bisogno di ulteriori commenti oltre a quelli già forniti nel testo relativo alla due singole età. Il confronto tra L4 e L5 farebbe pensare che la parte distale più sottile del cornetto L4, all’atto della muta, viene persa e rimane solo la parte prossimale più spessa.

f79. Morfologia e colorazione del cornetto caudale alle cinque età larvali.

Pupa     < >

La pupa ha colori e disegni che la rendono inconfondibile tra le sfingi europee: sul colore di fondo, tra l’arancione e il rosso mattone, spicca dorsalmente una marcata linea nera sui segmenti toracici, presente anche frontalmente sulla testa e che prosegue, ventralmente, fino all’estremità degli astucci alari. Gli stigmi respiratori sono circondati ciascuno da una macchia nera più o meno circolare.

f80. Pupa estratta dalla cella pupale (lato dorsale), a valle della diga, Serifos, Grecia, 22/8/2010

f81. Pupa estratta dalla cella pupale (lato ventrale), a valle della diga, Serifos, Grecia, 22/8/2010

f82. Pupa (lato ventrale) nella cella pupale aperta; accanto l'esuvia della larva, Loutsa (Parga), Grecia, agosto 1995.

f83. Pupa, un giorno prima della schiusa, visibili in trasparenza i disegni alari dell'adulto, Loutsa (Parga), Grecia, 1/10/2023.

La prossima foto f84 mostra come determinare il sesso della farfalla dalla pupa prima della schiusa, osservando ventralmente la parte terminale dell’addome, vicino al cremastere nero: a sinistra il maschio, freccia azzurra, a destra la femmina, frecce rosa.

È necessaria solo una lente di ingrandimento, oppure una foto con una buona risoluzione, come questa, o un’ottima vista…

f84. Pupe, maschio a sinistra, femmina a destra.

f85. Maschio adulto, Etiler, Istanbul, Turchia, 28/10/2011.

f86. Maschio adulto, a valle della diga di Serifos, Grecia, 21/9/2014.

Il maschio adulto (f85, f86, f94a e f94b) ha le antenne un po’ più lunghe e spesse, ma si riconosce a prima vista per la singola macchia verde scuro all’estremità dorsale dell’addome, assente nella femmina.

Per il resto i disegni e la colorazione sono ben poco variabili tra individui e anche tra popolazioni diverse, come spesso avviene nelle specie con comportamenti migratori, e non consentono la distinzione dei due sessi.

f87. Femmina adulta, Loutsa (Parga), Grecia, 02/10/2023.

f88. Femmina adulta, a valle della diga di Serifos, Grecia, 24/10/2014.

f89. Femmina adulta, a valle della diga di Serifos, Grecia, 24/10/2014.

f90. Femmina adulta, Etiler, Istanbul, Turchia, 25/10/2011.

f91. Femmina adulta, Loutsa (Parga), Grecia, 02/10/2023.

f92. Femmina adulta, Loutsa (Parga), Grecia, 02/10/2023.

f93. Femmina adulta, Loutsa (Parga), Grecia, 02/10/2023.

f94. Femmina adulta, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 23/11/2023.

f94a. Maschio adulto, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 7/12/2023.

f94b. Maschio adulto, Psili Ammos, Serifos, Grecia, 23/11/2024.

Altre colorazioni larvali     < >

Chiudo con una curiosità: negli anni ’80 e ’90 questa specie, nell’Italia centrale, non si trovava se non per caso e per fortuna, e io questa fortuna non l’avevo avuta.

Avevo fotografato nel settembre 1984, lungo la costa croata che ancora si chiamava jugoslava, una larva scura in fase di pre-pupa, quella della foto successiva (f95), che avevo riconosciuto come sfinge, per la presenza del cornetto terminale, ma senza capire che fosse la sfinge dell’oleandro, visto che me l’aspettavo verde (all’epoca mi occupavo soprattutto di anfibi e rettili), e quindi purtroppo non l’avevo presa.

All’inizio di agosto 1995 ero in Grecia, sulla costa adriatica dell’Epiro.

Lungo la strada che collega Igoumenitsa a Preveza e in corrispondenza della spiaggia di Loutsa, sugli oleandri ai lati della strada, trovai, con mia grande gioia ed emozione, la mia priva larva della nostra sfinge, e per tutto il mese di agosto, sugli stessi oleandri battuti quotidianamente, trovai uova e larve in quantità che superavano i miei desideri più ottimistici: riuscii quindi ad allevare diverse larve, e a vedere finalmente il mio primo adulto.

f95. Larva L5 in pre-pupa, Macarsca, Croazia, settembre 1984.

Tra le tante larve incontrate ne vidi una, ancora piccola (f96): l’estremità del cornetto bianca e l’assenza di disegni la qualificava come larva alla seconda età, ma la cosa strana era il colore, non verde giallino ma piuttosto sul marrone, e stava tra i fiori rossi/rosa scuro. La presi, e continuai ad alimentarla unicamente con fiori rossi.

Le cinque foto f96, f97, f98, f99 e f100 mostrano quindi le quattro età successive della stessa larva, rispettivamente L2, L3, L4 e due foto L5. In tutte e quattro le età sono ben riconoscibili le caratteristiche che abbiamo visto in dettaglio nella parte che precede, ma nessuna traccia di colorazione verde. E le due foto della larva L5 (f99 e f100) mostrano anche un altro aspetto interessante: il colore di fondo, un bruno tendente all’arancione simile a quello della pupa, ha dei disegni di una tonalità ancora più scura al di sopra e al di sotto della linea gialla dorso laterale, assenti nella normale forma verde. Questa forma larvale scura viene citata anche da Pittaway, che ne mostra una foto, guarda caso su fiori rossi.

f96. Larva L2, forma scura.

f97. Larva L3, forma scura.

f98. Larva L4, forma scura.

f99. Larva L5, forma scura.

f100. Larva L5, forma scura.

f101. Larva L5, forma verde, per confronto.

f102. Larva L5, forma gialla allevata con fiori bianchi, per confronto.

È possibile che la particolare colorazione di questa larva sia dovuta all’alimentazione: ho trovato la larva L2 su fiori rossi e l’ho allevata fino alla maturità nutrendola esclusivamente con fiori rossi, ma un caso singolo non è ovviamente sufficiente per stabilire una regola generale, si dovrebbe allevare un certo numero di larve da uovo, tutte con le stesse condizioni di temperatura, illuminazione, umidità e fotoperiodo, alimentandone una parte esclusivamente con fiori rossi e un’altra parte esclusivamente con foglie: nelle larve del genere Hyles, ad esempio, il colore delle larve tende a tonalità più scure se allevate con meno luce e a temperatura più bassa (verificato personalmente con Hyles euphorbiae, Hyles gallii e Hyles livornica).

Provai all’epoca ad allevare, da uovo, un’altra larva facendole mangiare esclusivamente fiori bianchi, e ottenni la larva gialla uniforme dell’ultima foto f102.