Hyles livornica
di Paolo Mazzei
Hyles livornica (Esper, [1780]), appartenente alla famiglia Sphingidae, fu descritta dall’entomologo tedesco Eugenius Johann Christoph Esper come Sphinx livornica, ma venne considerata sottospecie di Hyles lineata (Fabricius, 1775) fino alla seconda metà degli anni ’70 (Hyles lineata è una specie americana, presente dall’America centro-meridionale al sud del Canada).
Hyles livornica, la protagonista di questo articolo, è invece nord africana, sud europea (migrante estiva in quasi tutta l’Europa) e presente, in Asia, dal Medio Oriente fino al sud dell’India, al Tibet, alla Cina e al Giappone.
Nel 1976 Ulf Eitschberger e Hartmut Steiniger pubblicarono Die Artverschiedenheit von Hyles lineata lineata (FABRICIUS, 1775) und Hyles livornica livornica (ESPER, 1779), sottolineando i principali caratteri morfologici che differenziavano le due specie e dimostrando lo status di specie differenti per entrambi i taxa.
Nelle due foto che seguono i due principali caratteri differenziali citati nel lavoro di Eitschberger e Steiniger sono ben evidenti:
- le tegule (sul torace) di Hyles lineata (seconda foto) hanno ciascuna una linea bianca longitudinale al centro (freccia blu nella foto) e un segmento bianco nella parte anteriore del torace che a volte si prolunga sulla testa, sempre assenti in Hyles livornica (prima foto);
- le antenne di Hyles lineata sono dorsalmente chiare, da biancastre a nocciola pallido, mentre quelle di Hyles livornica sono scure, con solo l’apice biancastro.
Maschio adulto di Hyles lineata, Williamson County, Texas, USA, 29/03/2022, foto di Jack Cochran [CC BY-NC].
Alle nostre latitudini questa specie passa l’inverno come pupa e i primi adulti compaiono tra aprile e maggio. Da noi si susseguono due o tre generazioni, fino a che la temperatura autunnale lo consente. In luoghi più caldi e secchi, ad esempio in nord Africa, le generazioni sono continue durante tutto l’anno, e Hyles livornica è soggetta a esplosioni numeriche importanti, con sfarfallamenti massicci e relative migrazioni verso nord.
Come piante alimentari larvali di Hyles livornica, Tony Pittaway cita:
- principali: Rumex, Polygonum e, in Medio Oriente e nord Africa, i fiori e i semi di Asphodelus;
- secondarie: Vitis, Parthenocissus, Fuchsia, Galium, Antirrhinum, Plantago, Zygophyllum fabago, Emex spinosus e, in Asia Minore, i fiori di Eremurus; è nota anche di Pelargonium, Boerhavia, Beta, Asparagus, Acacia, Linaria, Cicer, Fagopyrum e molte altre piante.
Uovo
Le uova sono subsferiche (1.1 x 1.0 mm circa), non molto grandi rispetto alle dimensioni dell’adulto, di colore verde pallido lucido, e vengono deposte sulle parti verdi delle piante alimentari, singolarmente o a piccoli gruppi.
In cattività depone senza problemi su Galium (soprattutto se le piante sono sufficientemente alte da raggiungere la sommità del contenitore), e, ai primi stadi, il Galium è anche più pratico del Rumex, dato che contiene meno acqua e rende quindi più agevole la pulizia dei contenitori di allevamento. Alla quarta e quinta età conviene passarle sulla vite (Vitis vinifera) o sulle viti americane/canadesi (Parthenocissus/Ampelopsis): le foglie delle viti, molto più grandi di quelle del Galium, sono più adatte alla voracità crescente delle larve.
Larva L1
Appena nate, le larve sono di una tonalità verde molto chiara, con punti neri molto piccoli e radi disposti in modo regolare su ciascun segmento. La capsula cefalica, il cornetto caudale, le zampe toraciche e, in parte, le false zampe sono di un bruno molto scuro tendente al nero. Sul dorso è presente, al centro, una sottile linea longitudinale giallastra.
Poco prima della prima muta compare, in trasparenza, una banda più chiara dorso-laterale su ogni lato (ultima foto del gruppo di quattro).
Larva L2
Dopo la prima muta, alla seconda età (L2), la larva ha già un accenno del pattern che conserverà fino alla maturità: il colore di fondo si scurisce su tutto il corpo e compaiono, su ogni lato, una banda chiara dorso/laterale, con un ocello giallo leggermente più marcato nella parte anteriore di ogni segmento, e una seconda banda chiara latero/ventrale.
La maggior parte delle larve rimarrà scura fino all’ultima età, ma, soprattutto in luoghi molto caldi e secchi, quando la temperatura è elevata, la colorazione delle larve può assumere, fin dalla seconda età, dei toni decisamente più chiari.
Il cornetto caudale si allunga leggermente ma rimane nero, e sui lati compare una fine punteggiatura biancastra. La capsula cefalica rimane nera, tranne nelle larve che rimarranno più chiare, nelle quali vira ad un colore mattone (prima foto).
Larva L3
Alla terza età non ci sono variazioni significative, a parte l’aumento delle dimensioni: il cornetto caudale diventa più vistoso ma rimane comunque completamente scuro. Le due foto seguenti mostrano due larve scure, in particolare la prima, dove anche la punteggiatura chiara laterale è quasi assente.
Larva L4
Le larve di quarta età si riconoscono a colpo d’occhio per avere la parte basale del cornetto caudale di color bruno/arancio.
Le prime due foto mostrano due larve scure, con gli ocelli gialli sulle bande chiare dorso/laterali quasi scomparsi.
Le ultime due foto mostrano invece una larva chiara, ottenuta allevandola in condizioni di maggior luce e temperatura più elevata: il colore di fondo è molto più chiaro, gli ocelli gialli sono grandi e vistosi e in contrasto con una stretta zona nera che li circonda, è presente una banda gialla dorsale e la capsula cefalica è di una tinta color albicocca. Tutta la parte ventrale è biancastra chiara.
Larva L5
La quinta età è anche l’ultima, e non si concluderà con una muta ulteriore ma con la trasformazione in pupa: i colori delle larve mature sono parecchio variabili, e comprendono anche forme molto chiare, qui non rappresentate, tipiche soprattutto, come già detto, di zone semi-desertiche e di microclimi molto caldi. Per riconoscere le larve di quinta età è comunque sufficiente la colorazione del cornetto caudale, che è completamente bruno aranciato salvo l’apice nero.
Le larve L5 consumano quantità enormi di foglie molto velocemente, soprattutto con temperatura ambiente molto elevata, e tutto il ciclo dalla schiusa dell’uovo alla trasformazione in pupa può durare anche solo una ventina di giorni.
Pupa
Terminato l’accrescimento, la larva si interra, di solito a poca profondità o subito al di sotto dello strato superficiale di foglie secche e detriti, e costruisce, usando la sua seta, una camera pupale leggera e ben poco robusta dove si trasformerà in pupa.
La pupa è simile a quella delle altre specie del genere Hyles (vedere ad esempio Hyles euphorbiae, già trattata in questa rubrica), ma in questa specie appare poco disegnata, più allungata e più chiara, con gli astucci alari translucidi.
L’adulto sfarfalla, durante la stagione calda, in una quindicina di giorni, ma le pupe autunnali, alle nostre latitudini, possono trascorrere l’inverno e schiudere in primavera inoltrata.
Adulto
Gli adulti sono in attività soprattutto al crepuscolo e nella prima parte della notte, e entrambi i sessi sono attratti dalle luci artificiali. Nelle giornate particolarmente calde è facile vedere adulti che si nutrono in volo stazionario sui fiori in pieno giorno.
I due sessi sono molto simili: il maschio si riconosce per le antenne più lunghe e spesse e per la forma dell’estremità dell’addome.
Qualche sito in rete con informazioni e foto su questa specie: