Cerura erminea

di Paolo Mazzei

Cerura erminea (Esper, [1783]) è il primo appartenente ai Notodontidae di cui ci occupiamo nella nostra rubrica. Fu descritta dall’entomologo tedesco Eugenius Johann Christoph Esper con il nome di Phalaena erminea.

È una specie legata soprattutto alle foreste planiziali umide e alle rive dei fiumi e dei laghi, dove le larve trovano i pioppi (e talvolta i salici) di cui si nutrono. La sua pianta alimentare preferita è il pioppo nero (Populus nigra L., 1753).

In Europa è assente nelle Isole Britanniche, in gran parte della Penisola Scandinava, nella parte adriatica e meridionale della Penisola Balcanica e in tutte le isole maggiori; si spinge nell’Asia temperata fino al Giappone.

In Italia è diffusa soprattutto nelle regioni settentrionali, in pianura e a quote moderate; a sud dell’Emilia Romagna le osservazioni diventano sporadiche ed è conosciuta solo di poche località in Toscana, Umbria, Lazio e Abruzzo.

Femmina adulta, Ginevra, Svizzera, 27 aprile 2018, allevata a partire dall’uovo.

Nella parte centro-settentrionale del suo areale ha una sola generazione prolungata all’anno, tra maggio e luglio, ma nelle località più calde ha due generazioni, in maggio-giugno e in agosto-settembre: depone le uova poco tempo dopo lo sfarfallamento, e le larve completano il loro sviluppo e si impupano durante il messe successivo. Passa l’inverno come pupa.

Uovo

Tutti gli stadi preimmaginali di questo articolo derivano da una decina di uova deposte da una femmina arrivata ad una luce artificiale su un balcone di un appartamento al sesto piano nel quartiere di Champel, a Ginevra, Svizzera, il 3 giugno 2017.

La femmina depone le uova di solito sulla pagina superiore delle foglie di pioppo ma anche al di sotto, singolarmente o a gruppi irregolari di due o tre.

L’uovo è lenticolare, schiacciato: presenta un sottile bordo giallo o biancastro, una corona marginale arancione e una zona centrale giallastra (entrambe marezzate di bruno) con un piccolo polo centrale rotondo più scuro.

Larva L1

La larva esce dall’uovo dopo una settimana o due, a seconda della temperatura. La larva di prima età ha il corpo marrone scuro, la capsula cefalica e la parte dorsale del primo segmento toracico leggermente più chiare; da quest’ultimo partono due processi spinosi simmetrici rivolti verso l’avanti.

L’ultimo paio di false zampe addominali in questa specie, come in tutti i Dicranurini europei e in particolare nei generi Cerura Schrank, 1802, Furcula Lamarck, 1816 e Neoharpyia Daniel, 1965, non è funzionale per la deambulazione ed è modificata in due lunghe appendici spinose, di colore marrone rossastro lucido uniforme, che contengono all’interno un’anima rossastra e liscia che può essere estroflessa.

Se la larva viene disturbata, ripiega in avanti dorsalmente tali appendici,  estroflettendo l’anima interna ed agitandola a scopo intimidatorio.

Nella larva di prima età le due appendici spinose sono lunghe quasi quanto tutto il resto del corpo.

Larva L2

Dopo la prima muta (nella prima foto è appena avvenuta, e si vede a destra l’esuvia da cui la larva di seconda età è uscita) la capsula cefalica rimane bruna ma la colorazione del resto del corpo cambia: lateralmente e ventralmente, incluse le false zampe, il colore diventa rosa, così come un rosa ancora più chiaro interrompe ora la colorazione dorsale scura in due punti, sul terzo segmento toracico e primo addominale, e sul sesto e settimo addominale, tranne in una sottile linea scura al centro del dorso.

Le due appendici addominali rimangono scure solo al centro e nelle porzioni prossimali e distali, separate da due aree rossastre.

Nel corso della seconda età, durante l’accrescimento e all’approssimarsi della seconda muta, la colorazione rosa del corpo vira al verde, come è evidente nella terza foto.

Larva L3

Alla terza età il cambiamento non riguarda solo il colore ma anche la postura della larva, che, a riposo, alza sia la parte anteriore che quella posteriore del corpo, rimanendo ancorata alla sua foglia o al suo rametto, su cui ha filato un sottile strato di seta, tramite le coppie di false zampe del quarto, quinto e sesto segmento addominale.

Il terzo segmento toracico mostra una specie di “gobba” dorsale arrotondata e giallastra. La colorazione dorsale è bruna marezzata di giallo, la laterale è di un bel verde vivo e nel sottile confine tra le due il verde sfuma nel giallo. Le due protuberanze terminali spinose sono ora più chiare nella parte basale.

Larva L4

Le larve di quarta età hanno un aspetto simile a quelle di terza, tranne per piccoli dettagli: la gobba del terzo segmento toracico si colora adesso di rosso e gli stigmi respiratori, su entrambi i lati del primo segmento toracico e dei primi otto segmenti addominali, sono molto più evidenti.

Larva L5

La quinta età è anche l’ultima, e la larva raggiunge le sue massime dimensioni. Le prime tre foto mostrano le fasi terminali della muta, durante la quale la larva esce dall’esuvia dell’età precedente.

La larva è quasi completamente uscita dall’esuvia, tranne l’estremità delle appendici addominali, che sta sfilando piano piano. Nella prossima foto saranno estratte completamente.

La vecchia capsula cefalica è ancora appesa all’apparato boccale e sembra una seconda testa più piccola, e se ne sbarazza con dei movimenti laterali che la fanno staccare e cadere.

Qui la vecchia capsula cefalica è caduta.

La parte interna rossa delle appendici terminali viene estroflessa per farla indurire e asciugare, mentre la larva si ciba dell’esuvia.

La larva all’ultima età si riconosce facilmente per l’assenza dei due processi spinosi sul primo segmento toracico, che si tinge di rosso sul suo bordo anteriore, e soprattutto per la vistosa striscia bianca bordata di nero, che unisce la fascia dorsale scura al secondo paio di false zampe addominali.

Le appendici terminali spinose non hanno più delle bande trasversali e sono ritornate uniformi come alla prima età, con dei riflessi violacei.

Gli stigmi respiratori sono ora bianchi e molto evidenti, con una corona nera, e le mandibole all’ultima età sono particolarmente forti e robuste, e consentono alla larva di nutrirsi anche dei piccioli delle foglie.

Pupa

Prima di impuparsi la larva matura acquista una colorazione violacea scura e costruisce un bozzolo molto resistente sulla corteccia dei pioppi, triturando pezzetti di corteccia con le mandibole. Le larve tenute in cattività in recipienti di plastica, in assenza di legno o cortecce, riescono a fare a pezzetti il coperchio dei contenitori, e i trucioli di plastica vengono incorporati nel bozzolo.

Il bozzolo protegge assai bene la larva matura e la pupa che si forma, e si confonde efficacemente con la corteccia. Nella seconda foto ho aperto un bozzolo per mostrare la pupa al suo interno.

Adulto

Femmina adulta, Ginevra, Svizzera, 3 giugno 2017: tutte le larve di questo articolo provengono dalla sua deposizione.

Adulto, Ginevra, Svizzera, 1 maggio 2018, allevato a partire dall’uovo.

I due sessi si riconoscono facilmente per la morfologia delle antenne: vistosamente bipettinate soprattutto nei due terzi basali nel maschio, molto più debolmente pettinate e quasi filiformi nella femmina.

Femmina adulta, Mercareccia, Terme di Stigliano (Roma), 22 maggio 2009.

Maschio adulto, via del Fiume, Fiume Aniene, Anticoli Corrado (Roma), 13 maggio 2015.

Nel genere Cerura troviamo, in Europa, oltre a Cerura erminea, la ben più comune e diffusa Cerura vinula (Linnaeus, 1758), presente in tutta Europa tranne il Portogallo e gran parte della Spagna, dove è sostituita dalla molto simile Cerura iberica (Templado & Ortiz, 1966), e l’Ucraina, dove al suo posto troviamo Cerura intermedia (Teich, 1896), anch’essa molto simile a Cerura vinula. Quest’ultima, a differenza di Cerura erminea, si spinge anche a quote più elevate, fin quasi a 2000 m, e frequenta anche luoghi molto meno umidi: le larve si trovano spesso in quantità su salici arbustivi di piccole dimensioni e giovani pioppi tremoli ben oltre i 1000 m di quota.

Tratterò anche Cerura vinula in una prossima uscita di questa rubrica, qui mi preme comunque sottolineare i caratteri che consentono di distinguere con facilità le due specie, per quanto riguarda le uova, le larve mature e gli adulti.

Cerura erminea

Cerura vinula

Adulti: il carattere più evidente per distinguere Cerura erminea, visibile di solito anche negli individui logori, è la “V” bianca bordata di nero sull’ala anteriore, evidenziata artificialmente in rosa sulla foto e indicata dalla freccia rossa, sempre assente in Cerura vinula.

Adulto di Cerura erminea.

Adulto di Cerura vinula.

Adulti: se l’addome è visibile dorsalmente, in Cerura erminea i quattro segmenti centrali sono quasi interamente neri, mentre in Cerura vinula hanno delle macchie nere confuse tra le setole biancastre.

Adulto di Cerura erminea.

Adulto di Cerura vinula.

Uova: larghe, schiacciate a forma di disco e arancioni e gialle in Cerura erminea, più bombate, meno sottili e marrone lucido in Cerura vinula.

Uova di Cerura erminea.

Uova di Cerura vinula.

Larve mature: sul quarto segmento addominale di Cerura erminea si nota una vistosa striscia bianca bordata di nero, che collega la fascia dorsale scura al secondo paio di false zampe addominali, assente nella larva all’ultima età di Cerura vinula.

Larva matura di Cerura erminea.

Larva matura di Cerura vinula.