Crocallis tusciaria
di Paolo Mazzei
Crocallis tusciaria, descritta dal naturalista tedesco Moritz Balthasar Borkhausen nel 1793 nel genere Phalaena, è distribuita in tutta l’Europa centro-meridionale, escluse Sardegna e Corsica, e verso est fino al Caucaso.
In Italia è presente al nord e nell’intera penisola, fino in Sicilia.
Ha una sola generazione in agosto – settembre al nord, mentre nella parte meridionale del suo areale la si può incontrare fino all’inizio di novembre.
La sua pianta alimentare larvale preferita è il prugnolo (Prunus spinosa), ma si nutre anche di biancospino (genere Crataegus) ed è citata per l’olmo.
La femmina depone le uova in autunno sul tronco e sui rami delle piante alimentari, affiancandole fino a formare a volte delle lunghe file.
Le uova hanno forma di piccoli barilotti squadrati, sono lucide e di colore marrone verdastro. Quelle raffigurate in foto sono state deposte da una femmina venuta alle nostre lampade a Cineto Romano, Roma, il 12 novembre 2020.
Durante le prolungate pause tra le successive fasi di alimentazione, le larve si ancorano con un filo di seta, da loro prodotto, alla foglia o al rametto che le ospita, in modo da lasciarsi cadere in caso di pericolo senza però perdere la possibilità di risalire poi sulla propria foglia.
La colorazione ventrale delle larve di prima età è uniforme e scura.
Alla seconda età, cioè dopo la prima muta, compare il pattern dorsale che caratterizzerà la larva fino alla maturità, composto fa una fascia longitudinale scura con i bordi ondulati che la separano dalla colorazione dorsale di fondo più chiara (prima foto).
Compaiono anche due piccole protuberanze chiare affiancate sul lato ventrale (seconda foto), presenti anch’esse fino alla maturità, anche se a volte non molto evidenti. Ben visibile, nella stessa foto, il filo di seta di ancoraggio al supporto.
Con il passaggio alla terza età, l’ornamentazione della larva cambia poco: i bordi della banda sinuosa dorsale si fanno più marcati poco oltre la metà del corpo e la capsula cefalica si tinge in parte di nero.
Alla quarta età i cambiamenti sono ancora meno appariscenti, a parte le dimensioni delle larve, che sono decisamente criptiche, e rendono ancora più efficace la somiglianza con un rametto secco standosene immobili e rettilinee per la maggior parte del tempo.
La larva è matura alla quinta età: i colori e i contrasti sbiadiscono leggermente, rendendola ancora più criptica.
Quando si avvicina il momento di impuparsi, la larva sbiadisce ulteriormente, si gonfia e si accorcia e, appena interrotta l’alimentazione, scende al suolo per impuparsi tra i detriti e le foglie secche sul terreno.
La pupa è liscia, lucida e di colore marrone rossastro scuro. La trasformazione avviene di norma nel mese di maggio, e l’adulto sfarfalla in autunno, tra settembre e novembre.
Per confronto, qualche foto dell’adulto e della larva matura di Crocallis elinguaria (Linnaeus, 1758), specie più frequente, con una distribuzione più ampia e con larva polifaga su un gran numero di alberi e arbusti, tra cui anche i Prunus, ma la si rinviene con facilità sulle ginestre, in particolare Spartium junceum.
Negli adulti il margine basale della fascia più scura delle ali anteriori è pressoché rettilineo in Crocallis elinguaria e decisamente più irregolare in Crocallis tusciaria. La colorazione delle ali invece, molto variabile in entrambe le specie, non consente un riconoscimento sicuro.
Nelle larve, Crocallis elinguaria presenta due piccole protuberanze scure dorsalmente poco oltre le tre paia di zampe anteriori ed è molto più contrastata di Crocallis tusciaria. In Crocallis elinguaria si notano anche delle bande laterali trasversali contrastanti, assenti in Crocallis tusciaria.