Danaus chrysippus e plexippus
di Paolo Mazzei
Entrambe le specie di cui parliamo stavolta, Danaus chrysippus e Danaus plexippus, sono state descritte da Linnaeus nel 1758 e appartengono alla famiglia dei Nymphalidae, nella quale sono confluiti tutti i rappresentanti della vecchia famiglia dei Danaidae a cui le nostre specie appartenevano: tale famiglia (così come i Satyridae, i Libytheidae, gli Heliconiidae e diverse altre che non possiedono rappresentanti in Europa) è attualmente considerata una sottofamiglia e ha preso il nome di Danainae. Entrambe, inoltre, fanno parte solo marginalmente e spesso temporaneamente, date le loro abitudini migratorie, della fauna Europea.
Danaus chrysippus, nota come Monarca Africano, è diffusa in tutta l’Africa, incluse Madagascar e Seychelles, nel sud dell’Europa, e, attraverso il Medio Oriente e l’India, fino alle due Coree e al sud est della Cina. Inoltre, attraverso l’Indonesia e le Filippine, arriva fino alla Nuova Guinea e al nord dell’Australia.
Delle due specie di cui parliamo è l’unica presente in Italia: la sua presenza è ormai stabile in Sicilia e Sardegna e occasionale, soprattutto in autunno, in tutte le regioni tirreniche e in Puglia, più frequente comunque al sud. Singoli individui sono stati trovati anche lontano dalle coste, e in Sardegna supera i 1000 m di quota.
Le sue larve si nutrono a spese di diverse specie della sottofamiglia Asclepiadoideae. Lungo le coste settentrionali del Mediterraneo le sue piante alimentari sono soprattutto due:
- Asclepias fruticosa L., alloctona naturalizzata o casuale in diverse regioni peninsulari e in Sicilia, con tendenza a essere invasiva in Sardegna.
- Cynanchum acutum L., spontanea in Sicilia e Sardegna e presente soprattutto in Calabria, Campania, Puglia e Basilicata. Qualche colonia isolata nelle Marche e in Veneto.
Può essere rinvenuta e allevata anche su diverse altre specie botaniche, tra cui Asclepias curassavica L. e Asclepias syriaca L., introdotte in Italia la prima in Sicilia e la seconda localmente naturalizzata in tutto il settentrione e in Basilicata, e alcune specie dei generi Ceropegia e Caralluma, come vedremo più avanti parlando delle sue larve.
Asclepias fruticosa, Carini (Palermo). Foto di Marcello Romano, Forum Natura Mediterraneo.
I primi giorni di novembre del 2018, ospite di amici greci sulla costa nord del Peloponneso, a Liyià (Λυγιά in greco), grosso modo a metà strada tra Corinto e Patrasso, ai margini del loro terreno piantato ad aranci vedo volare diversi adulti di questa specie (nella prima foto un maschio): niente Asclepias in zona, ma alcuni rovi erano parzialmente ricoperti dal Cynanchum acutum e, su una foglia di questa pianta, ecco un uovo:
Il giorno successivo (5/11/2018), appena rientrato in Italia, l’uovo mostrava in trasparenza la larvetta al suo interno, pronta ad uscire: la parte scura è la testa.
La sera del 5 novembre, la larvetta era uscita dall’uovo (prima foto successiva). La sera del giorno successivo, dopo essersi nutrita abbondantemente della sua foglia di Cynanchum acutum, mostrava già le coppie dorsali di macchie gialle che caratterizzano le larve di questa specie (seconda foto successiva).
Due giorni dopo, l’8 novembre la larvetta ha fatto la prima muta ed è quindi alla seconda età (L2).
Sono adesso visibili le tre coppie di filamenti dorsali sul secondo, quinto e undicesimo segmento a partire dal capo.
La capsula cefalica è sempre scura.
La terza età è raggiunta dopo altri due giorni, il 10 novembre. I filamenti neri dorsali si allungano, i due della coppia anteriore puntano decisamente in avanti. Le coppie di macchie gialle dorsali su ciascun segmento sono ora decisamente contrastanti con le sottili righe trasversali bianche e nere.
La capsula cefalica ha assunto una colorazione zebrata, costituita da bande circolari alternate bianche e nere.
Il passaggio dalla terza alla quarta età (L4), avvenuto dopo altri due giorni, il 12 novembre, non comporta grandi cambiamenti, oltre all’ovvio aumento di dimensioni e alla lunghezza dei filamenti neri, sempre più importante anche rispetto alla lunghezza del corpo.
E siamo all’ultima età, subito dopo l’ultima muta (15/11/2018). La base dei due filamenti neri della seconda coppia è rosso scuro, come si vede nella seconda foto.
Nel frattempo il Cynanchum acutum greco era finito: per fortuna la larva ha accettato subito la Ceropegia woodii (Collana di cuori), reperibile con facilità nella maggior parte dei vivai (prima foto).
In un precedente allevamento di una larva prelevata in un vivaio in Sicilia, nel quale delle femmine selvatiche avevano deposto all’aperto su Ceropegia, Stapelia e Caralluma, tutto lo sviluppo è avvenuto utilizzando una piantina in vaso di quest’ultimo genere, con ottimi risultati (seconda foto).
Sia in Sicilia che in Sardegna la pianta alimentare più frequentemente utilizzata è Asclepias fruticosa, come mostra questa bella foto fatta da Marcello Romano a Carini (Palermo) il 23 ottobre 2004 e pubblicata sul Forum Natura Mediterraneo.
Come la maggior parte dei Nymphalidae, e con l’eccezione di alcune specie appartenenti alle Satyrinae, anche i rappresentanti del genere Danaus si impupano appendendosi a testa in giù alla pianta nutrice o nelle immediate vicinanze.
Prima di sospendersi, la larva matura fila uno spesso cuscinetto di seta sul supporto prescelto, a cui si aggrapperà con l’ultimo paio di false zampe, per evitare cadute altrimenti fatali. La pupa, che si mostra quando la larva si libera del tegumento larvale, impiega diverse ore ad assumere l’aspetto e la forma definitive.
La pupa è di colore variabile, dal verde all’azzurro al rosato, ma con ornamentazione abbastanza costante.
Per terminare la cronistoria della larva greca, la pupa risultante ha acquistato l’aspetto definitivo (verde, prima foto) il 23 novembre 2018, anche se questa foto è del 28.
Il maschio si riconosce dalla femmina per la presenza, sulle ali posteriori, di una placchetta androconiale scura ben evidente e visibile nella foto successiva ai due lati dell’addome. Tale placchetta è ancora più evidente vista dalla pagina inferiore della ali, essendo nera con il centro bianco, come si vede nella seconda foto.
Danaus plexippus, il Monarca, diffusa in America dal sud del Canada al Rio delle Amazzoni, è attualmente presente anche in Indonesia, in Australia e in Nuova Zelanda.
È limitata, in Europa, solo al sud della Spagna e del Portogallo come migratore occasionale, con tendenza a formare colonie che sopravvivono negli inverni più caldi.
È invece stabilmente presente alle Isole Canarie e a Madera, dove è particolarmente frequente nei parchi cittadini, che ospitano spesso Asclepias curassavica (foto successiva), la sua principale pianta nutrice larvale, come infestante.
Nel dicembre del 2019 sono stato a La Gomera e a Tenerife, nelle Isole Canarie, e Danaus plexippus è, in entrambe le isole, frequente e tutt’altro che rara, soprattutto in ambienti urbani. A Tenerife, in particolare, ho trovato adulti e larve in diversi giardini pubblici, ad esempio al Parque del Drago a Icod de los Vinos, nel Jardin de Orquideas de Sitio Litre a Puerto de la Cruz, al Parque García Sanabria e soprattutto al Palmetum di Santa Cruz de Tenerife.
Dovunque ci siano Asclepias è facile vedere femmine che depongono le uova sulle foglie, come quelle delle due foto che seguono.
Al Palmetum di Santa Cruz de Tenerife il 30 dicembre 2019 erano presenti tutti gli stadi di sviluppo: adulti e femmine in deposizione, uova già deposte, larve di tutte le età.
In particolare sulle foglie della Asclepias curassavica era presente un gran numero di uova di questa specie.
La larva appena uscita dall’uovo è simile a quella di Danaus chrysippus, si riconosce soprattutto per la presenza di due sole coppie di filamenti dorsali anziché tre, sul secondo e sull’undicesimo segmento (mancano quelli sul quinto).
Alla seconda età compaiono delle sottili righe nere trasversali al centro di ciascun segmento, che, dalla terza età in poi, diventano bande alternate nere, bianche e gialle, e questa ornamentazione caratterizzerà la larva, senza cambiare ulteriormente, fino alla sua maturità.
Tutte le larve sono state riprese su Aclepias curassavica, della quale vengono consumate foglie, fiori e capsule dei semi, come si vede nella seconda foto che segue.
Nella seconda foto successiva, una larva di seconda, una di quarta e una di quinta età sulla stessa pianta.
All’ultima età i filamenti neri dorsali raggiungono la massima lunghezza. Il pattern è poco variabile, la prima foto ritrae una larva particolarmente scura.
Anche Danaus plexippus si impupa appendendosi a testa in giù su un supporto che è spesso una foglia della pianta nutrice. Nella prossima foto la larva matura che, avendo scelto la foglia per impuparsi, rimane immobile sotto di essa qualche ora prima di prepararsi alla trasformazione in pupa. Nella seconda la larva, dopo aver filato il suo cuscinetto di seta, vi si appende per impuparsi.
Ed ecco la pupa. Molto simile a quella di Danaus chrysippus, si riconosce per la presenza di una macchietta nera tondeggiante, dorsalmente quasi alla fine dell’addome, e molto vicino al “peduncolo” nero con cui è assicurata al supporto, visibile nella prima foto.
La foglia a cui è sospesa si sta ingiallendo, e nella seconda foto, a distanza di qualche giorno, è quasi completamente secca, ma non cade: oltre a filare il suo cuscinetto di seta a cui si appenderà, la larva matura fissa frequentemente con la seta il picciolo della foglia al suo rametto per evitare che, anche dovesse seccarsi, non cadrà al suolo.
Nella terza foto, infatti, si può notare che il picciolo, nonostante si sia staccato, è trattenuto dalla seta filata dalla larva prima di impuparsi.
Anche il maschio di questa specie si riconosce dalla femmina per la presenza, sulle ali posteriori, di una placchetta androconiale scura ai due lati dell’addome, visibile nelle due foto successive sia sulla pagina superiore che su quella inferiore delle ali, molto meno appariscente di quella di Danaus chrysippus.
La femmina è invece priva di placchette androconiali: nelle foto che seguono la si vede in alimentazione su Aclepias curassavica, in deposizione sulla stessa pianta e a riposo.