Proserpinus proserpina
di Paolo Mazzei
Proserpinus proserpina, descritta da Peter Simon Pallas nel 1772 nel genere Sphinx Linnaeus, 1758, è una piccola sfinge caratterizzata dal margine esterno delle ali anteriori fortemente dentellato e dalle ali posteriori di colore giallo/arancio con una larga banda marginale scura.
La specie è protetta, a livello europeo, dalla Direttiva Habitat 92/43/CEE, Allegato IV (specie animali e vegetali di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa).
Viene considerata di solito una specie localizzata e scarsa. In effetti l’osservazione degli adulti non è un evento così frequente, probabilmente anche a causa delle sue abitudini crepuscolari, del suo breve periodo di volo – un’unica generazione tra maggio e giugno – , dei suoi colori criptici e del suo limitato fototropismo, anche se non è raro vedere numerosi adulti alle luci artificiali poco dopo il tramonto, appena fa buio.
Ma è abbastanza facile, invece, trovare le larve in buona quantità, soprattutto tra giugno e luglio, sulle piante alimentari, ma solo cercandole di notte, come vedremo più avanti.
Proserpinus proserpina appartiene al genere Proserpinus Hübner, [1819] che contiene in totale sette specie, ed è l’unica a distribuzione paleartica, come si vede dalla cartina (da Sphingidae of the Western Palaearctic di A. R. Pittaway), mentre tutte le altre abitano l’America settentrionale e centrale.
In Italia è presente dalle Alpi alla Sicilia, ma le segnalazioni sono poche, la distribuzione appare discontinua e la specie non è mai stata incontrata in diverse regioni. Si trova in pianura e in collina ed è stata osservata fino a 1500 m, in Appennino legata soprattutto a Chamaenerion dodonaei, presente su terreni calcarei disturbati e, con elevata densità, ai margini delle strade asfaltate, ad esempio sul versante meridionale del Gran Sasso.
Le sue piante alimentari principali sono:
- Onagraceae: generi Epilobium, Chamaenerion, Oenothera, le specie di quest’ultimo genere importate, a partire dal diciassettesimo secolo, dal nord America;
- Lythraceae: genere Lythrum, in particolare Lythrum salicaria.
Tutte le larve mostrate nel seguito sono state trovate:
- nella periferia occidentale di Roma, su Epilobium hirsutum lungo i bordi umidi di fossi e canali;
- ai piedi del Gran Sasso, versante sud, a circa 1200m, su Chamaenerion dodonaei.
Le uova vengono deposte, isolate o a coppie, sulle foglie delle piante alimentari.
Le larve di prima età sono gialline uniformi alla nascita e tendono leggermente al verde quando cominciano a nutrirsi.
Le larve alla seconda età assumono una decisa colorazione verde e presentano due linea biancastre dorso-laterali, sottili ma ben definite.
Gli stigmi respiratori possono essere evidenziati in nero da una macchiolina che tocca ciascuno di essi, come nell’ultima delle tre foto.
Da notare, a differenza della maggior parte delle altre sfingi, l’assenza di cornetti caudali.
Alla terza età il colore di fondo tende al nocciola, le due linee dorsolaterali sono più indistinte, gli stigmi sono circondati da un anello molto scuro, e compare un reticolo di macchie scure sul dorso e a volte sui fianchi.
La testa e l’ultimo paio (anale) di false zampe tendono leggermente al rosato.
La larva matura, alla quarta età, sfoggia un pattern ancora più scuro e contrastato della larva di terza età: il dorso è finemente punteggiato di marrone scuro, gli stigmi arancioni hanno una macchietta blu a contatto e un anello scuro tutto intorno e, alla sommità dell’ultimo segmento dotato di stigmi, dove la maggior parte delle altre sfingi ha il caratteristico cornetto caudale, questa specie possiede un disco lucido, con un colore variabile dal crema all’arancione, con la parte centrale e la circonferenza esterna molto scure.
Le larve a qualsiasi stadio di sviluppo, come già accennato più su, hanno attività quasi esclusivamente notturna e passano le ore di luce ben nascoste alla base della pianta nutrice. Succede a volte di trovare qualche larva matura anche di giorno, soprattutto se prossime alla trasformazione in pupa, ma la regola generale è che, finché c’è luce, non se ne vede nessuna.
Per questo, se si deve verificare la presenza di questa specie, è assolutamente necessario cercarle durante la notte con una torcia, diciamo da un’ora dopo il tramonto in poi, meglio se ancora più tardi.
Alcune larve, soprattutto alle quote più basse, possono avere una colorazione molto meno scura e tendente più decisamente al verde.
La larva matura si impupa nel terreno, costruendo una celletta pupale leggera con la sua seta. La pupa è marrone rossastra e passa l’inverno sotto terra, protetta dal freddo, e l’adulto sfarfallerà tra la metà e la fine della primavera.
Qualche foto di adulti: il colore delle ali e del corpo degli individui più logori perde, col tempo, il verde brillante e vira su tonalità più marroni.
Da notare la “frangetta” che copre in parte l’occhio dell’adulto della terza foto e l’apice delle antenne uncinato, caratteristico di questa specie.
Qui è ritratto lo stesso individuo che compare nella primissima foto ma ripreso più di lato, e si apprezza ancora meglio la posizione caratteristica in cui tiene la parte terminale dell’addome.