Hyles vespertilio

di Paolo Mazzei

Dopo esserci spinti, nei due precedenti numeri di questa rubrica, nel sud-est asiatico e in Cina, ritorniamo nel nostro Paleartico occidentale per occuparci di nuovo di una sfinge: Hyles vespertilio (Esper, [1780]). unica tra i membri del genere Hyles Hübner, [1819] per avere la pagina superiore delle ali anteriori quasi uniformemente di colore grigio topo, tanto da avere, in altre lingue, nomi comuni come sfinge pipistrello o sfinge cinerea.

La sua distribuzione (Tony Pittaway) va dal sud della Francia, a ridosso dei Pirenei, fino all’est del Caucaso verso il Mar Caspio, e comprende: Francia meridionale e orientale, sud della Germania, Svizzera, Austria, nord e centro Italia, Repubblica Ceca, Slovacchia, est della Polonia, ovest dell’Ucraina, ovest dell’Ungheria, Slovenia, Croazia, Bosnia ed Erxegovina, Serbia, Montenegro, Albania, Macedonia del Nord, Bulgaria meridionale e orientale e nord della Grecia. Poi, dall’ovest della Turchia verso est fino alla Transcaucasia e al Daghestan, incluse Georgia, Armenia e Azerbaigian.

Una piccola popolazione isolata è presente nelle montagne del Libano.

Femmina adulta.

C’è anche una segnalazione per i Pirenei centrali, del 1996 che, nonostante assidue ricerche da parte di Jean Haxaire nel 2015, non è stata confermata e sembra che, nella località citata, non siano presenti nemmeno gli epilobi, sue piante alimentari esclusive come vedremo tra poco.

In Italia questa specie è diffusa su tutto l’arco alpino e, dalla Liguria, scende lungo l’Appennino fino alla provincia di Rieti nel Lazio e dell’Aquila in Abruzzo, limite meridionale italiano della sua distribuzione conosciuta.

Maschio adulto.

Le piante alimentari larvali di Hyles vespertilio appartengono alla famiglia delle Onagraceae e ai due generi Chamaenerion Ség. e Epilobium Dill. ex L., le specie di entrambi i generi conosciute comunemente come epilobi: la specie di gran lunga più utilizzata è Chamaenerion dodonaei (Vill.) Schur ex Fuss (= Epilobium dodonaei Vill.), personalmente l’unica pianta su cui ho trovato le sue larve in natura, sia in Italia che in Svizzera. A quote più elevate sulle Alpi utilizza la specie molto simile, ma di taglia più piccola, Chamaenerion fleischeri (Hochst.) Fritsch (= Epilobium fleischeri Hochst.), mentre nella parte più orientale della sua distribuzione utilizza soprattutto Chamaenerion colchicum (Albov) Steinb. (= Epilobium colchicum Albov).

Sembra invece che non accetti con facilità né Chamaenerion angustifolium (L.) Scop. (= Epilobium angustifolium L.) né Epilobium hirsutum L., e non mi risulta che in natura sia mai stata trovata allo stadio larvale su queste specie botaniche.

Sono riportate come piante alimentari secondarie alcune specie dei generi Oenothera L. (anch’esse Onagraceae, alloctone di origine americana ma diffuse in Europa) e Galium L. (diverse specie spontanee della famiglia della Rubiaceae), ma, soprattutto per i Galium, la cosa mi lascia perplesso, non essendo mai riuscito a fare accettare alle larve i Galium in cattività, anche dopo giorni di digiuno.

Chamaenerion dodonaei, Campo Felice, L’Aquila, 13 settembre 2023.

La nostra sfinge è legata agli ambienti dove vegeta la sua pianta alimentare: ho trovato larve in luglio e settembre/ottobre a 280 m di quota (Torrente Dolo, Cerredolo, Reggio Emilia), a 380 m (Les Baillets, L’Allondon, Ginevra, Svizzera), in entrambe le località lungo il greto sassoso di un torrente, e tra i 1200 e i 1500 m sul Gran Sasso e a Campo Felice (L’Aquila), su scarpate sassose e bordi di strada asfaltata, ma sulle Alpi raggiunge i 2000 metri. Essendo Chamaenerion dodonaei presente anche in Molise, Basilicata, Calabria e Sicilia, varrebbe la pena cercare la sfinge (soprattutto le larve in luglio di notte) anche in queste regioni.

L’attività delle larve è, appunto, quasi esclusivamente notturna: soprattutto dalla terza età, quando progressivamente tendono a scurirsi e ad essere più visibili di giorno sugli epilobi, si nascondono alla base della pianta, per risalire lungo gli steli dopo il crepuscolo.

Gli adulti hanno di solito due generazioni, la prima in maggio/giugno e la seconda in agosto/settembre, ma nelle località più fredde (alle quote più elevate e alle latitudini maggiori) la seconda generazione può essere anche molto scarsa o completamente assente, mentre le prime schiuse della prima generazione, a causa delle temperature più basse, avvengono in giugno e si protraggono fino a luglio.

Sulle stesse piante che ospitano le larve di Hyles vespertilio è facile trovare, sempre di notte, anche Proserpinus proserpina, come abbiamo già visto trattando questa seconda specie.

Uovo

La femmina depone le uova ad una ad una sulle piante alimentari, a partire dalla fine di maggio per la prima generazione, incollandole sia sulle foglie che sugli steli.

L’uovo è subsferico e misura circa 1,1 x 1 mm, è lucido e di color verde.

Poco prima della schiusa l’uovo tende ad opacizzarsi, la sua cuticola diventa parzialmente trasparente e si intravede il colore giallastro della larvetta che dovrà schiudere tra poco.

Durante la maturazione dell’uovo è frequente che la superficie superiore esterna si infossi leggermente, senza che sia minimamente compromessa la vitalità della larvetta in formazione al suo interno.

Larva L1

Alla schiusa la larva di prima età ha una colorazione giallina, compresa la capsula cefalica, le zampe toraciche e le fale zampe addominali, e sulla testa e sul corpo si notano piccoli e radi punti neri disposti in modo regolare in ciascun segmento.

A differenza di tutte le altre specie del genere Hyles Hübner, [1819] presenti in Italia, Hyles vespertilio è l’unica con la larva sprovvista del cornetto caudale, a tutte le età larvali compresa l’ultima.

Durante l’accrescimento il colore della larva passa progressivamente dal giallino al verde, e compare un abbozzo delle linee dorsolaterali biancastre che saranno più evidenti alla seconda età. Nell’ultima delle tre foto seguenti la larva è in muta verso la seconda età.

Larva L2

Subito dopo la prima muta (nella prima foto che segue si riconosce in basso a sinistra l’esuvia appena abbandonata, di cui la larva si ciberà poco dopo) la larva L2 ha perso i puntini neri sul corpo, le due bande chiare dorso-laterali sono adesso ben evidenti e ne sono comparse due latero-ventrali, leggermente più deboli. Il colore verde di fondo si è leggermente scurito, coprendosi però di un grandissimo numero di macchiette verdi chiare regolarmente distribuite.

Con l’accrescimento della larva compaiono, sulle bande dorso-laterali nella parte anteriore di ciascun segmento toracico (tranne il primo) e addominale, delle macchie tondeggianti gialline, appena più larghe della banda chiara in cui si trovano.

L’ultima foto, qui e in tutti i paragrafi successivi dedicati ad una singola età larvale, eccettuata ovviamente l’ultima, mostra una larva in muta verso l’età successiva.

Larva L3

La terza età non è molto diversa dalla seconda, a parte le dimensioni: il colore di fondo si scurisce in modo più marcato, le macchie gialline che si intravedevano alla fine della seconda età adesso cominciamo a riconoscerle come ocelli decisamente più gialli. Anche sulla linea latero-ventrale chiara si vedono adesso delle macchie gialle, più deboli di quelle dorso-laterali.

Alla terza età la maggior parte delle larve, e in particolare di quelle più scure, non rimane sugli steli o sulle foglie durante il giorno, ma scende alla base della pianta, per risalire solo quando fa buio. Per questo motivo, come già visto per Proserpinus proserpina, i campionamenti delle larve devono necessariamente essere notturni.

Larva L4

Non ho mai visto una larva di quarta età verde, e non ho nemmeno mai trovato una foto di una larva L4 verde, né in letteratura né in rete: in tutte quelle che ho visto in natura o che ho allevato, il verde della terza età viene sempre sostituito da una tinta bruna, dal nocciola ad un marrone chiaro rosato.

Gli ocelli dorso-laterali sono ora sottolineati, sopra e sotto, da due archetti neri.

Anche la capsula cefalica è bruna, e la colorazione del corpo può essere più scura (nella prima delle due foto successive) o più chiara (nella seconda foto) di quella della capsula, ma sempre di qualche tonalità di bruno.

Larva L5

Le larve L5, che raggiungono la massima dimensione prima di diventare pupe, hanno la capsula cefalica e le zampe che tendono ad un tono rossastro scuro, ma tutto il corpo si sbiadisce man mano che crescono: gli ocelli gialli diventano prima ocra e poi bianchi, le bande longitudinali svaniscono e le larve mature sono alla fine completamente grigie senza colori, con ocelli biancastri e disegni neri.

Di giorno non si vedono e rimangono nascoste alla base della pianta e tra i sassi, la notte risalgono gli steli e, rimanendo su di essi, si cibano delle foglie e dei fiori degli epilobi.

La variabilità cromatica della larva L5 è molto scarsa, e l’evoluzione del colore segue sempre più o meno lo stesso andamento: poco dopo l’ultima muta la larva ricorda ancora, come colorazione, l’età precedente, ma il grigio prevale a poco a poco durante lo sviluppo nella quinta età.

Quando la larva di quinta età smette di nutrirsi non assume colorazioni particolari, come avviene ad esempio per la sfinge dell’oleandro, ma rimane sostanzialmente sul grigio.

Pupa

Le larve mature si impupano sotto terra, costruendosi una celletta pupale a pochi centimetri di profondità, e sono molto simili a quelle delle altre specie del genere Hyles.

Pupa, vista ventrale.

Pupa, vista dorso-laterale.

Pupa, vista dorsale.

Subito prima dello sfarfallamento la pupa si scurisce e sugli astucci alari si vedono in trasparenza i colori della pagina superiore delle ali anteriori dell’adulto: in questo caso però, non avendo disegni alari marcati, la colorazione visibile è uniformemente scura.

Pupa quasi pronta per la schiusa, vista ventrale.

Pupa quasi pronta per la schiusa, vista dorsale.

Anche in questa specie, come in tutte le altre sfingi e più in generale nelle pupe più grandi dove è più facilmente osservabile, Il lato ventrale dell’estremità dell’addome della pupa consente di determinare il sesso dell’adulto: nella foto che segue, a sinistra la femmina, a destra il maschio.

Maschio adulto.

Femmina adulta.

Maschio adulto.

Femmina adulta.